Le forche caudine del CNPI

Notizie di stampa dei giorni scorsi hanno parlato di una mini-ipotesi di progetto nazionale per le prime due classi della scuola primaria da avviare a settembre in sostituzione dell’avvio generalizzato della riforma vera e propria. Ovviamente ad adesione libera.
Il progetto riguarderebbe l’insegnamento dell’inglese e dell’informatica, nonché eventualmente altri aspetti della riforma rimessi alla scelta delle scuole senza vincoli organizzativi.
Il MIUR aveva già chiesto alle Direzioni regionali di quantificare l’eventuale fabbisogno di personale docente.
L’ipotesi dovrebbe passare al vaglio del Consiglio nazionale della Pubblica Istruzione (CNPI) che finora ha sempre giudicato con severità le innovazioni targate Moratti.
Data la sua anima prevalentemente sindacale, il parlamentino della scuola è attento in modo particolare alle ricadute della riforma sugli organici, sugli orari, sul tempo scuola, sulle condizioni di lavoro dei docenti e sugli aspetti organizzativi.
Ci si può aspettare quindi che, nella pronuncia di parere che dovrebbe nel caso esprimere nelle prossime settimane, faccia emergere contrarietà all’idea di generalizzare l’inglese senza la certezza dei posti di organico degli insegnanti e che non sia tenero nemmeno verso la proposta di alfabetizzazione informatica che non potrebbe contare sull’adeguata formazione del personale.
Se il parere del CNPI non sarà favorevole (comunque resterà non vincolante per il ministro), anche la realizzazione di questo programma si farà in salita.
E non sarà un buon viatico a settembre per la scuola primaria invitata a provare la riforma, visto anche che in questa fine d’anno scolastico è percorsa da venti di fronda.