Le 18 ore di docenza piena

La Commissione Cultura della Camera ha detto sì alla proposta di Finanziaria (art. 22, comma 1 del disegno di legge) per convertire in ore di insegnamento tutte le ore che i professori di scuola media e di istituti superiori trascorrono attualmente a disposizione per completare il loro obbligo di servizio di 18 ore settimanali. Proviamo a spiegare qual è la situazione.
I diversi ordinamenti scolastici prevedono per ogni disciplina della scuola secondaria una quantità di ore settimanali d’insegnamento per ogni classe. L’insegnamento di una data disciplina su diverse classi costituisce una cattedra, cioè un posto che viene assegnato ad un professore il quale, per contratto, deve prestare 18 ore di lezione alla settimana.
Capita però che la somma delle ore di insegnamento della sua disciplina nelle classi assegnate non raggiunga le 18 ore di cattedra dovute.
Ad esempio, un docente con 5 ore di italiano+storia su 3 classi insegna 15 ore, anzichè18. Quanti sono i professori che si trovano in questa situazione? Più di 83 mila nella scuola media, e più di 133 mila negli istituti superiori. Complessivamente 216 mila e più professori (oltre il 56% del totale) che regolarmente stanno in cattedra meno di 18 ore alla settimana (Ore a disposizione nella scuola secondaria di I e II grado ).
In un anno scolastico queste ore a disposizione sono più di 7 milioni nella scuola media e più di 10 milioni nella secondaria superiore.
Un monte ore di 17 milioni di ore su cui ora ha messo gli occhi il ministero, che ha calcolato di poterne ricavare un risparmio di circa 29 mila posti: 12 mila nella media e 17 mila nelle superiori.
Ma cosa fa oggi il docente che ha meno di 18 ore di lezione? Resta a disposizione della scuola, per fare supplenze o altre attività formative. Non sta a girarsi i pollici. Ed è in ogni caso pagato per tutte le 18 ore. Se invece insegna più di 18 ore, il docente viene pagato per ogni ora in più che fa.
La Finanziaria 2003, esaminata alla Camera, vuole ora portare tutti a 18 ore effettive di insegnamento. Ma poiché il riutilizzo di quelle ore deve avvenire all’interno dello stesso istituto di titolarità, quei 29 mila posti virtuali potrebbero essere alla fine molti meno: 6-7 mila unità. Con buona pace del ministro Tremonti.