L’anagrafe dell’edilizia scolastica è diventata… maggiorenne senza mai nascere

Era il 19 gennaio 1996 e in Gazzetta Ufficiale veniva pubblicata la legge n. 23/1996 sull’edilizia scolastica che all’articolo 7 (Anagrafe dell’edilizia scolastica) disponeva: “Il Ministero della pubblica istruzione realizza e cura l’aggiornamento, nell’ambito del proprio sistema informativo e con la collaborazione degli enti locali interessati, di un’anagrafe nazionale dell’edilizia scolastica diretta ad accertare la consistenza, la situazione e la funzionalità del patrimonio edilizio scolastico. Detta anagrafe è articolata per regioni e costituisce lo strumento conoscitivo fondamentale ai fini dei diversi livelli di programmazione degli interventi nel settore”.

Sono passati più di 18 anni e l’anagrafe dell’edilizia scolastica resta tuttora  la grande incompiuta su cui si sono immolate le dichiarazioni e i buoni propositi di vari ministri. Una incompiuta che, se resta tale, rischia anche di rallentare l’attuazione di uno dei più importanti obiettivi del governo Renzi, per il quale pochi giorni fa è intervenuto a sostegno un congruo finanziamento.

Quasi contemporaneamente il Miur è uscito con una dichiarazione con cui, solennemente e ancora una volta, ufficializzava l’attivazione prossima dell’anagrafe, annunciando a breve l’invio alle Regioni dell’anagrafica aggiornata delle scuole, nonché i dati dell’anagrafe scolastica oggi già disponibili in sei regioni (Toscana, Emilia Romagna, Umbria, Lombardia, Puglia e Veneto) che hanno proceduto alle rilevazioni delle condizioni degli edifici.

A dir la verità al posto di quell’informativa (l’ennesimo rinvio) ci si aspettava la presentazione ufficiale dell’anagrafe.

Il trasferimento di informazioni rappresenta il primo step operativo del nuovo Sistema nazionale delle anagrafi dell’edilizia scolastica (Snaes) previsto da un accordo siglato a febbraio in Conferenza Unificata. Lo Snaes prevede un nodo centrale, situato presso il Miur, e nodi regionali che saranno in rapporto fra loro per lo scambio di dati.

Entro il prossimo 1° dicembre ogni Regione dovrà restituire al nodo centrale la fotografia aggiornata della propria edilizia scolastica. Si avrà così, per la prima volta, un quadro completo che consentirà di individuare le priorità di intervento e di direzionare al meglio i fondi disponibili.

Ma riusciranno le altre dodici regioni a realizzare i rispettivi nodi? Ci sia consentito di dubitarne. Aspettiamo, però, il 1° dicembre con la speranza di essere smentiti.