Laboratorio Lombardia/2. Se le scuole reclutano…

Se la delibera sul calendario scolastico limita, proprio quando si sottolinea in sede legislativa la necessità di un’autonomia responsabile, gli spazi di autonomia delle scuole e dà più poteri agli Enti locali, l’articolo 8 della legge regionale n. 146 va in direzione opposta stabilendo che a partire dall’anno scolastico 2012/2013 “le istituzioni scolastiche statali possono organizzare concorsi differenziati a seconda del ciclo di studi per reclutare il personale docente con incarico annuale”.

Contro questa norma si è scatenata la protesta di un variegato schieramento politico sindacale che ha anche organizzato una manifestazione sabato scorso davanti alla sede della Regione Lombardia. Hanno dato la loro adesione i comitati di base e altre organizzazioni rappresentative dei precari, neosindacati come l’ANIEF, partiti come l’Idv (il cui responsabile scuola regionale è anche segretario dell’Unicobas Lombardia), Sel e Federazione della sinistra, gli studenti dell’Uds. E altri soggetti hanno comunque assunto un atteggiamento contrario.

Molte sigle, ma modesta partecipazione (300 persone, secondo l’Ansa) per un’iniziativa che all’insegna dello slogan ‘No alla scuola azienda’ chiamava alla lotta contro “la chiamata diretta, la scuola-azienda e la regionalizzazione della scuola pubblica” contenute, secondo gli organizzatori, nel citato articolo 8 della Legge regionale 146.

Ma i bandi di scuola, come è emerso chiaramente nel convegno promosso dall’ANDIS alla vigilia della manifestazione con l’intervento dallo stesso assessore Aprea, non prevedono la chiamata diretta ma l’incontro tra una offerta di lavoro a tempo determinato formulata dalla scuola sulla base delle proprie specifiche esigenze e la domanda da parte di docenti comunque titolari del diritto ad essere nominati perché compresi in una graduatoria di nominabili.

La novità è che l’assegnazione della cattedra scaturirà non dal meccanico e impersonale scorrimento della graduatoria ma dall’incontro di domanda e offerta di specifiche prestazioni. Un passo avanti importante, anche se per ora poco più che simbolico, verso una effettiva maggiore autonomia e responsabilità delle singole scuole e delle loro reti nella decisiva materia del reclutamento del personale. E anche verso una maggiore responsabilità dei docenti nella costruzione del proprio profilo professionale e nella scelta della scuola dove far valere le proprie competenze.