Tuttoscuola: Il Cantiere della didattica

La valutazione formativa promuove la classe

La classe non è un luogo tecnico di produzione di sapere, ma un luogo di crescita che richiede il riconoscimento della ricchezza socio-affettiva dell’esperienza scolastica e la considerazione della globalità della personalità dell’alunno. Per questo a scuola tutto conta. Nessuna azione è neutrale rispetto alla coesione del gruppo classe e alla maturazione della personalità degli alunni. Anche il momento della valutazione non può restare neutrale. Esso infatti esercita un’influenza sulla costruzione della classe come gruppo e non solamente sul percorso di apprendimento del singolo alunno.

Quale rapporto esiste fra valutazione dell’alunno e gruppo-classe? Perché valutare?

Valutare è un’operazione complessa, che può assumere forme e significati diversi. Per questo è importante non darla per scontata, anche se la si pratica costantemente, forse è opportuno fermarsi e interrogarsi sul suo senso: perché valutare? A cosa serve valutare? Il come si valuta dipende certamente dal quando e dall’oggetto del valutare, ma soprattutto dalle finalità che vengono ad essa attribuite. Valutare può servire a controllare un risultato oppure a sostenere un processo di sviluppo. Entrambe sono finalità importanti e legittime, vanno però assunte con consapevolezza perché richiedono processi valutativi con caratteristiche ed esiti profondamente diversi per il singolo e per la classe.

Valutazione come controllo

Quando la finalità attribuita è quella del controllo, l’attenzione si concentra sull’esito che viene valutato in base allo scarto con quanto atteso. Quando l’oggetto da valutare è l’apprendimento degli alunni, il processo valutativo opera successivamente alla fase di progettazione e di attività realizzata, misurando la prestazione che il soggetto è stato in grado di realizzare a seguito dell’intervento. Come è distinto il momento valutativo da quello formativo, così il ruolo lo assunto dall’insegnante nel valutare si differenzia da quello agito durante le attività didattiche. Valutare per controllare, inevitabilmente, genera una graduatoria di esiti che incide sul vissuto scolastico degli alunni, sul loro senso di autostima, sulle relazioni nella classe e con l’insegnante. L’esperienza scolastica e il clima di classe vengono influenzati, in misura anche pesante se questa focalizzazione sulle prestazioni diventa pervasiva e si manifesta in un’ansia da controllo, dove il momento della verifica assorbe completamente l’attenzione e azzera la relazione educativa. 

Valutazione come sviluppo

Quando invece il processo valutativo persegue una finalità di sviluppo l’attenzione sugli esiti non viene meno, ma vengono considerati anche i processi che li hanno prodotti, poiché lo scopo non è misurarli e classificarli, ma fornire un supporto per il miglioramento. In questo caso, il giudizio di valore non è un controllo o una sentenza che fissa uno stato, ma un riconoscimento e una valorizzazione del percorso realizzato per comprendere come proseguire. Quando l’oggetto da valutare è l’apprendimento degli alunni, la valutazione accompagna e s’intreccia con la progettazione e l’attuazione; s’instaura un flusso continuo di retroazioni dove a prevalere su tutto è la volontà di accompagnare il soggetto nel miglioramento degli apprendimenti e favorirne così il processo di maturazione. La preoccupazione formativa che anima l’azione dell’insegnante nel progettare e nel realizzare attività didattiche non viene meno nel valutare, cosicché l’esperienza scolastica mantiene una sua coerenza formativa, tanto nei ruoli che nei diversi momenti. Considerare l’azione valutativa come azione finalizzata al miglioramento caratterizza il potere presente in essa non come giudizio prevaricante di un soggetto sull’altro, ma come servizio e contribuisce ad una relazione educativa vissuta nei termini di un’alleanza tra tutti gli attori in gioco per un interesse riconosciuto comune.

Questo è solo un estratto dell’articolo presente all’interno del
numero di gennaio della rivista Tuttoscuola.
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Chi è l’autore 
Claudio Girelli
E’ professore associato di Pedagogia sperimentale nel Dipartimento di Scienze umane dell’Università degli Studi di Verona. È presidente del corso di laurea in Scienze della formazione primaria, dove insegna Programmazione e valutazione scolastica. Si occupa di ricerca educativa, formazione insegnanti e alfabetizzazione emergente (www.progettosiglo.it). È codirettore della rivista “RicercAzione” di IPRASE (Istituto provinciale per la ricerca e la sperimentazione educativa). Scrive per Tuttoscuola, potrete seguire la sua rubrica durante l’anno scolastico abbonandovi alla rivista (in formato digitale o in versione cartacea).

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