La sperimentazione va, ma sì che va

Saranno circa 800 i plessi di scuola elementare e circa 500 quelli di scuola dell’infanzia che parteciperanno alla sperimentazione che partirà tra pochi giorni. Le classi o sezioni tra elementare e materna interessate saranno circa 2.500, con il coinvolgimento complessivamente di 6/7 mila docenti e oltre 50 mila bambini. Sono queste le prime stime che si possono fare in base al decreto ora all’esame del CNPI per il prescritto parere non vincolante.
Dopo il quasi veto del Consiglio dei ministri, il ministro dell’Istruzione Moratti è riuscita forse a portare a casa quel che voleva, più o meno (sia pure con il controllo del “tutor” Gianni Letta).
Quando si cominciò a parlare dell’ipotesi sperimentale, al ministero si diceva che sarebbero bastate alcune centinaia di scuola aderenti alla sperimentazione per ritenersi soddisfatti.
Le due istituzioni scolastiche per provincia ammesse alla sperimentazione, secondo quanto previsto dalla bozza di decreto presentato al CNPI, facevano pensare a poca cosa.
In effetti però quelle piccole cifre vogliono dire che parteciperanno alla sperimentazione 200 direzioni didattiche (come ha chiarito il decreto, che ha quindi escluso gli istituti comprensivi, nei quali la presenza delle scuole elementari è più diluita), circa 800 plessi di scuole elementari e circa 500 di scuole dell’infanzia (oltre a 20 scuole paritarie comprensive anch’essi di diversi plessi di scuole elementari e di scuole materne).
Infatti ad ogni direzione didattica fanno capo scuole materne e scuole elementari per una media nazionale di 4 plessi di elementare e di 2,5 plessi di materna.
Nel dettaglio, le sezioni di scuola statale dell’infanzia interessate dovrebbero essere circa 1.200/1.300 con il coinvolgimento di circa 2.600 insegnanti e quasi 30 mila bambini.
Le classi elementari interessate (solamente le prime) dovrebbero essere circa 1.200 con il coinvolgimento di quasi 4.000 maestri e 25 mila alunni.
Una quantità complessiva ben superiore, dunque, a quella che si poteva stimare all’indomani del no del Consiglio dei ministri alla sperimentazione generalizzata (il ministro Giovanardi si era spinto a parlare di non più di 20 scuole sul territorio nazionale).
Un test di tutto rispetto che dovrebbe servire a dare un carattere di maggiore scientificità e attendibilità alla sperimentazione, se gli Osservatori regionali e nazionali previsti dal decreto verranno tempestivamente costituiti per sostenere il progetto e, soprattutto, se essi lavoreranno bene in termini di monitoraggio e verifica dei processi di cambiamento e dei risultati dell’innovazione. Vedremo.