La selezione dei nuovi docenti: contenuti e competenze

Sì, è una bella gatta da pelare! È assolutamente comprensibile la preoccupazione del MIUR di stabilire un percorso di selezione (che è sempre, di per sé, anche formativo) che sia finalmente efficace ed efficiente, ossia che riesca ad assicurare alle nostre scuole docenti ben preparati, informati e che siano all’altezza di affrontare le esigenze emergenti sia di un rinnovato metodo d’insegnamento che di più attuali e aggiornati contenuti. Un lavoro arduo e che richiede l’aver svolto un’attenta e approfondita riflessione sia sui compiti che sui risultati che si vogliono ottenere.

Il concetto di competenza è ancora poco assimilato… l’accertamento della competenza, poi… presenta ancora non poche difficoltà ed è soggetto a tante ‘libere’ interpretazioni, a tanti equivoci e malintesi. Sembra sfuggire come la competenza non sia rilevabile in alcun altro modo che sul campo dove si evidenziano comportamenti che sono la somma di conoscenza ed esperienza sulla quale si ha avuto modo di riflettere.

Eppure, il nuovo concorso per docenti, al di là di nuove terminologie e buone intenzioni, ricalca in molti passaggi il passato: programmi (forse rivisti con troppa fretta), una summa di conoscenze socio-psico-pedagogiche, la conoscenza del complesso e articolato ‘malloppo’ delle disposizioni normative scolastiche nazionali ed europee… E prove che sono prova di poco e non certo adatte a mettere in campo competenze! Semmai doti quali la pazienza e la… resilienza.

Ma se i candidati hanno svolto tutti il Tirocinio Formativo Attivo, la procedura concorsuale non poteva essere più snella e mirata? E la selezione più attuale, più competente e attinente agli aspetti che si ritengono importanti del profilo docente? Disistima dei percorsi universitari? Sarebbe grave!

Il concorso è bandito e già si sono scatenate le polemiche. Ma non sono sempre polemiche gratuite, ci sono obiezioni plausibili e sincere, vengono sollevati dubbi e perplessità che meritano di essere considerati. È il caso dell’insegnamento della matematica, ad esempio, dove la questione del programma di esame viene posto dalla MATHESIS, Società Italiana di Scienze Matematiche e Fisiche dell’Istituto Matematico della Seconda Università di Napoli. Il presidente di Mathesis, il prof. Emilio Ambrisi, in riferimento al D.M. 95, allegato A – per l’ambito 7, cioè, “complessivamente, la totalità degli insegnamenti di matematica nella scuola secondaria di secondo grado”, si rivolge direttamente al ministro dell’istruzione manifestando lo “sconcerto, profondo, che la sua lettura provoca”.  Qualche buona ragione ci dovrà pur essere!