La scuola italiana tra Scilla e Cariddi

Anche la scuola italiana, come il Paese nel suo insieme, attraversa una prolungata fase di transizione, dalla quale potrà uscire solo con una chiara e condivisa ridefinizione dei suoi obiettivi strategici e delle sue regole di funzionamento.
Tra gli obiettivi strategici fondamentali continuano a restare, naturalmente, le riforme degli ordinamenti (sulle quali si è registrato il doppio fallimento degli approcci “macro“: del centro-sinistra con Berlinguer e del centro-destra con la Moratti), ma altrettanto importanti sono le regole di funzionamento del sistema: l’autonomia delle scuole, il rapporto centro-periferia, i livelli istituzionali di competenza, il cosiddetto federalismo scolastico, un tema sul quale è possibile consultare l’ampio dossier pubblicato nel nostro sito www.tuttoscuola.com.
Un appuntamento di rilievo sul tema è il convegno promosso dalla Cisl-scuola Lazio e da “Tuttoscuola” per mercoledì 5 dicembre 2007, intitolato “Tra Scilla e Cariddi. La scuola italiana tra Stato e Regioni” (Roma, via Santa Croce in Gerusalemme, n. 55, Sala Convegni INPDAP, dalle ore 10).
Scilla e Cariddi sono dai tempi di Omero la metafora di due simmetrici ma altrettanto gravi rischi, che nel caso della scuola possono essere rappresentati, sul versante dello Stato, dal centralismo burocratico, e su quello delle Regioni da una interpretazione ultrattiva, quasi autarchica, del proprio ruolo. I rischi di conflittualità e di compressione dell’autonomia delle scuole sono evidenti. Altrettanto le opportunità di un sistema più razionale e vicino alle esigenze del territorio.
Per cercare di fare chiarezza su questi temi oltre agli esperti e ai responsabili della Cisl-scuola e di “Tuttoscuola” intervengono al convegno, tra gli altri, l’assessore Silvia Costa, Coordinatrice della IX Commissione della Conferenza dei Presidenti delle Regioni e il viceministro della Pubblica Istruzione Mariangela Bastico.