La scuola di Sergio Cofferati

Il discorso del leader della Cgil in occasione della manifestazione di Roma del 23 marzo, è stato interpretato da quasi tutti i commentatori come una vera e propria piattaforma politico-programmatica. Cofferati non ha dimenticato di toccare anche il tema della scuola. Con quali argomentazioni: il punto sul quale si è incentrata la sua analisi, al di là della critica di principio all’uso della delega (che ha riguardato anche altri settori: fisco, previdenza, mercato del lavoro con le modifiche all’art. 18 dello Statuto dei lavoratori ecc.), è stato quello della soppressione della legge sul riordino dei cicli. Il disegno di legge Moratti porta infatti a “indebolire e impoverire la scuola pubblica: così è più facile arrendersi al libero mercato, con i più deboli incanalati verso una formazione professionale di seconda serie”. Cofferati critica in particolare la proposta di affiancare al canale scolastico liceale un sistema di percorsi di formazione professionale in uscita dalla scuola di base, dopo la terza media.
Tali percorsi sarebbero “di seconda serie” rispetto a quelli liceali, e sarebbero scelti dalle fasce “più deboli” della popolazione scolastica. Il ministro Moratti insiste invece sul fatto che il canale professionale avrà “pari dignità”. Molto dipenderà dall’assetto definitivo che tale materia riceverà nel disegno di legge, quando esso sarà discusso in Parlamento.