La scuola che boccia, boccia se stessa

La disputa è antica, e certamente non può essere riassunta in una breve nota, ma è sempre più chiaro che i fautori della conservazione delle bocciature nel nostro sistema scolastico coincidono oggi in larga misura con i sostenitori della scuola tradizionale, quella di prima della rivoluzione informatica e di prima del Covid-19, la scuola delle classi chiuse e degli standard di prestazione minimi richiesti per non ripetere l’anno. Una filosofia della performatività che ha indotto alcuni docenti, quelli che hanno usato la DaD solo per continuare a fare lezioni frontali seguite dalle consuete interrogazioni, a pretendere che gli alunni rispondessero “senza copiare”, perfino bendati, ottenendo la comprensione del Gruppo di Firenze.

L’anno scorso, primo anno del Covid e di un lockdown rigoroso, la decisione è stata comprensibilmente quella di non bocciare nessuno. Quest’anno si è deciso diversamente, con presumibile sollievo dei conservatori, anche se pure l’anno scolastico in corso è stato tormentato e intermittente soprattutto in alcune scuole e zone del Paese.

Non sarebbe (stato) meglio invitare gli insegnanti e i consigli di classe ad ammettere tutti all’anno successivo (almeno quelli che hanno dimostrato comunque impegno e interesse anche nei periodi di Dad, e fatti salvi i casi limite di prolungata assenza dalle lezioni sia in presenza che online)? Si sarebbe potuto chiedere loro di fare valutazioni personalizzate – alunno per alunno – sui risultati ottenuti e sui potenziali di apprendimento nelle diverse discipline, valorizzando quelle per le quali ciascuno di essi ha dimostrato maggiore interesse e attitudine.

Così non è stato, non si è avuto il coraggio di ammettere che una scuola che continua a bocciare (anche se probabilmente gli insegnanti lo faranno in misura assai limitata) è una scuola che continua a non trovare il modo di soddisfare le esigenze educative di tutti i suoi alunni (e a non mettere in atto nella generalità dei casi una vera valutazione formativa). Forse si è persa l’occasione di guardare avanti per cambiare.

Per approfondimenti: La ragazza bendata è il frutto marcio di un sistema scolastico burocratizzato