La rivoluzione della mobilità

Può sembrare una semplice notizia di routine quella dell’incontro tecnico di qualche giorno fa tra funzionari ministeriali e sindacati sulla contrattazione della mobilità del personale scolastico per il 2013-14, ma contiene, forse, la premessa per una vera e propria rivoluzione attesa da anni da milioni di famiglie.

La rivoluzione non sta tanto nei contenuti di quella contrattazione (sostanzialmente già definita in mille particolari da diversi anni e che ha bisogno soltanto di pochi ritocchi), ma piuttosto nei tempi di avvio della trattativa che è partita all’inizio di quest’anno per realizzare i suoi effetti per il prossimo anno scolastico (un anno prima!).

Il prossimo incontro è fissato per il 4 ottobre. Con reciproca buona volontà (e senso di responsabilità) si può pervenire all’accordo finale entro un mese o poco più (l’anno scorso venne siglato a fine febbraio!).

La conseguente ordinanza sui trasferimenti potrebbe uscire a novembre, anziché a marzo come l’anno scorso e fissare i termini di presentazione delle domande a fine dicembre. Impossibile? Certamente no, anche se tutta questa corsa potrebbe risultare inutile se non venisse accompagnata dalla programmazione e dimensionamento della rete scolastica di competenza delle Regioni da definire entro il 31 dicembre e dalla tempestiva definizione degli organici di diritto del personale dirigente, docente e Ata per l’a.s. 2013-14.

Per gli organici non c’è bisogno di aspettare l’esito delle iscrizioni, perché si sa (anche se ipocriticamente si sostiene il contrario) che i posti vengono definiti preventivamente con altre procedure. Con gli organici definiti tra gennaio e febbraio, le pubblicazioni dei movimenti potrebbero avvenire massimo a fine marzo o primi di aprile.

Se nel frattempo sindacati e Miur avranno anche definito l’accordo su utilizzazioni e assegnazioni provvisorie con conseguente pubblicazione immediata della relativa ordinanza e termine di presentazione delle domande entro lo stesso mese di aprile, potrà essere conclusa questa ultima fase della mobilità del personale entro giugno al massimo.

A giugno potrebbe essere definito l’organico di fatto, come integrazione dell’organico di diritto.

A seguire potrebbero essere fatte le nomine in ruolo, quelle annuali e fino al termine delle attività, evitando i penosi caroselli dei supplenti che da anni pregiudicano i primi mesi di lezione.

L’anno scolastico potrebbe così cominciare regolarmente con le squadre al completo (tutti i docenti in sede e in cattedra), pronte a scendere in campo.

Sarebbe una rivoluzione e la fine di una vergogna nazionale che affligge da anni la scuola italiana. Si può fare. Se si vuole. Un precedente c’è: per l’anno scolastico 2001/2002 le operazioni di gestione amministrativa, che coinvolsero 70mila nomine di docenti di ruolo e oltre 100mila nomine di docenti con incarico d’insegnamento annuale, si conclusero entro il 30 agosto 2001.