La riforma sulla stampa quotidiana

Tutti i quotidiani italiani del giorno 13 marzo hanno dedicato alla riforma Moratti, approvata il giorno prima, uno o più servizi, ma soltanto uno tra quelli più diffusi, il “Sole-24 ore”, ha ritenuto di riservare ad essa l’editoriale d’apertura. E’ vero che i giornali hanno dovuto dare spazio in prima pagina ad altri importanti avvenimenti, tra i quali la rinuncia a presiedere la RAI di Paolo Mieli e l’assassinio del premier serbo Djindjic, ma è abbastanza sconcertante che un provvedimento di portata epocale per l’Italia (così era stato definito da molti degli stessi quotidiani), sia stato confinato nei tagli bassi di prima pagina e nelle pagine interne proprio nel giorno in cui riceveva il definitivo via libera dal Parlamento.
Può darsi che i ripetuti passaggi della legge tra Camera e Senato, e la “blindatura” del testo proveniente dalla Camera, abbiano indotto i giornali a ritenere poco interessante per il lettore la riproposizione di un tema al quale era stato già offerto un certo spazio nei mesi scorsi. Ma il fatto va considerato come un cedimento, purtroppo generalizzato, ad una visione congiunturalista e cronachistica dell’informazione, nella quale problematiche di lunga durata, come quelle educative, non trovano lo spazio che meriterebbero nemmeno nel giorno della loro massima visibilità potenziale, quello della riforma generale del sistema.
Non molto meglio era andata peraltro alla legge n. 30 di Berlinguer, presentata con titoli quasi identici del tipo “l’istruzione volta pagina dopo 80 anni”. Sarà così?