La riforma secondo AN: un po’ di Gentile e un po’ di Bottai

Chissà se Letizia Moratti sarà contenta nell’apprendere che la sua riforma non è poi così originale, visto che per i suoi due aspetti più caratterizzanti – il rilancio della licealità e il varo del canale professionale – non avrebbe fatto che ispirarsi a Giovanni Gentile per il primo, e a Giuseppe Bottai per il secondo. E’ questa, in sintesi, la lettura della riforma che propone sul “Secolo d’Italia” Fortunato Aloi, già sottosegretario di AN nel primo governo Berlusconi e tuttora esponente di primo piano di quel partito.
Secondo Aloi la riforma potrebbe però correre qualche rischio se si allontanasse troppo dai suoi modelli ideali, e lancia qualche dubbio: non saranno troppi i “licei”, quando sarebbe bastato puntare sui due “fiori all’occhiello del nostro sistema scolastico”, il liceo classico e quello scientifico? Il rapporto con il mondo produttivo si ispirerà alla concezione gentiliana dell’”umanesimo del lavoro”, o si tradurrà “semplicemente” nella terza “I” (Impresa) della “scuola di berlusconiana memoria”? Va bene la centralità dell’allievo, ma le conoscenze, ancorché personalizzate, non bastano se la scuola come istituzione abdica al suo ruolo di formare non solo lo studente ma anche il cittadino di domani.
Si annuncia un confronto acceso, quando si entrerà nel merito dei nuovi percorsi liceali e professionali.