La riforma delle superiori non subirà ritardi?

Un anno fa di questi tempi, nei piani del Governo, la riforma del secondo ciclo sarebbe dovuta partire dal corrente anno scolastico. Solo a fine dicembre fu deciso lo slittamento al 2010/2011. Prevalse la linea di predisporre l’avvio con più calma. A distanza di circa un anno non si sono fatti grossi progressi, e l’ipotesi di un ulteriore, forzato slittamento, non è da scartare. E’ stata ottenuta, tra fine maggio e metà giugno, l’approvazione in prima lettura da parte del Consiglio dei Ministri degli schemi di regolamento per la riforma delle superiori. Quasi cinque mesi fa.

Dopo l’approvazione nessun passo avanti, o quasi, nella procedura consultiva prevista. A parte i pareri, pur importanti, del Consiglio nazionale della Pubblica Istruzione (Cnpi), mancano ancora i pareri della Conferenza unificata (bloccata per i noti rapporti critici Regioni-Governo), quelli delle Commissioni parlamentari (che dovranno pronunciarsi entro la prima decade di novembre) e, infine, quello del Consiglio di Stato. Ammesso che la Conferenza riesca a riprendere presto i suoi lavori, non è detto che si pronunci velocemente su questioni così complesse e importanti, e che riesca a farlo contestualmente per tutti e tre gli schemi di regolamento.

Sarebbe già tanto completare la prevista fase istruttoria entro la fine di novembre. Poi occorre attendere il parere del Consiglio di Stato che dovrebbe pronunciarsi sui testi degli schemi di regolamento e anche sulle eventuali proposte emendative del Governo, ridefinite alla luce dei pareri non vincolanti espressi.

È credibile prevedere che il parere dell’organo di controllo su tutti e tre i regolamenti sia disponibile per metà dicembre? Qualche dubbio sembra più che legittimo.

Il Consiglio dei ministri, a quel punto (e saremmo ormai verso il periodo natalizio), può approvare in via definitiva i regolamenti che verranno inviati al Capo dello Stato e poi trasmessi alla Corte dei Conti per la registrazione prima della loro pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale.

Senza attendere la conclusione del percorso di formalizzazione (che potrebbe arrivare non prima di febbraio 2010), i regolamenti, nella loro versione ufficiosa, potrebbero diventare oggetto di informativa alle scuole e, da parte di queste, alle famiglie? I tempi sono stretti.

La Regione Toscana ha già chiesto il rinvio della riforma. È una tentazione forte che però diventa un lusso che il ministero non può permettersi, visto che all’avvio della riforma dal 2010 sono legati cospicui risparmi già programmati dalla manovra finanziaria.

Un bel dilemma per il ministro e il governo. Cosa fare? Una decisione che, con l’inesorabile passare del tempo, potrebbe tra poco diventare urgente, salvo che qualcuno non abbia già in mente un ulteriore slittamento del termine per l’iscrizione degli alunni.