La riforma che non c’è: quando la stampa italiana si sveglia

La scuola torna ancora una volta sulle prime pagine dei giornali italiani, e, purtroppo, non sono belle notizie. Non che i lettori di questa newsletter possano stupirsi, anzi: ciò che hanno potuto leggere in vari articoli ed editoriali dei principali quotidiani, sono questioni già anticipate e dibattute da questo notiziario. Fa impressione scorrere titoli e titoloni sulla crisi di Viale Trastevere, i soldi che mancherebbero, la riforma sperimentale che poi non arriva. etc, etc e sapere che circa 20 mila addetti ai lavori (più o meno i nostri lettori) erano già stati informati con vari giorni d’anticipo.
È stata una settimana di fuoco per la scuola. Si è aperta con l’annuncio a sorpresa di una maxisperimentazione della nuova riforma a poche settimane dall’inizio dell’anno scolastico, e si è conclusa con il colpo di scena dello stop imposto dal Consiglio dei ministri, che ha concesso alla Moratti solo un “mini” test, da effettuare per di più “sotto tutela”, con la collaborazione del sottosegretario Gianni Letta. L’operazione sarà infatti “limitata e contenuta soltanto a qualche unità geograficamente distribuita”, secondo un piano che dovrà essere concordato con la Presidenza del Consiglio: se il ministro aveva chiesto il 20 per cento degli istituti italiani, il governo ne ha concesso circa una ventina.
Una procedura senza precedenti nella storia della scuola italiana, e un segno evidente del fatto che lo stesso Presidente Berlusconi, mentre dà una mano al ministro in difficoltà, la inchioda ad una prospettiva minimalistica. Si va dunque verso un minipiano nazionale di sperimentazione, limitato e controllato.
Considerata la rilevanza delle novità proposte e i tempi estremamente ristretti – che avevamo subito rilevato nella scorsa newsletter -, non è male che ciò accada, sempre che il “test”, come lo chiamano a Palazzo Chigi, sia sufficientemente significativo. Peccato che all’approccio sperimentale, in questo caso certamente auspicabile, si sia arrivati nel modo peggiore.
Ma cerchiamo di ricapitolare quanto accaduto in questi frenetici giorni e di capire i possibili effetti.