La proposta Bertagna esce dalla finestra e rientra dalla porta

Dopo gli Stati generali sulla scuola del dicembre scorso, il ministro Moratti aveva fatto chiaramente intendere che le elaborazioni del gruppo di lavoro presieduto da Giuseppe Bertagna non impegnavano più di tanto il suo progetto riformatore. Era stato questo, peraltro, il patto con gli esperti del Gruppo di lavoro: nessun obbligo, nessun vincolo.
Ma il protocollo d’intesa del MIUR con la provincia autonoma di Trento (cfr. TuttoscuolaNEWS n. 54 del 3 giugno), che si accompagna ad un’altra importante intesa con la regione Lombardia, tutta sul versante dalla formazione professionale, rilancia a sorpresa il modello Bertagna in un punto fondamentale: quello che riguarda l’orario obbligatorio delle lezioni e l’orario facoltativo.
Come si ricorderà, la proposta del prof. Bertagna di portare a sole 25 ore settimanali l’orario obbligatorio di lezione, integrabile con laboratori facoltativi fino a 300 ore annue, suscitò un aspro dibattito e il ministero si affrettò a dire che questo modello orario non faceva parte dei progetti ufficiali.
Ora invece nel protocollo con Trento si prevede specificamente per tutti gli ordini di scuola un modello sperimentale di 24-26 ore settimanali obbligatorie di lezione che le famiglie possono facoltativamente integrare con attività aggiuntive fino a 150-200 ore annue nei licei e fino a 300 ore annue nelle scuole elementari e medie. Il modello del gruppo di lavoro Bertagna, uscito dalla finestra, rientra ufficialmente dalla porta? Un approfondimento sulle caratteristiche di questo modello è disponibile nel numero di “Tuttoscuola” di giugno, attualmente in distribuzione, che presenta anche uno speciale sull’esame di maturità (con un intervento dell’esperto di docimologia Domenici) e sulla scelta dell’università.