La migrazione dei comuni: un fenomeno da contrastare

Cresce la mappa dei comuni italiani che vogliono cambiare regione di appartenenza per congiungersi a regioni che per ragioni storiche, politiche ed economiche godono di particolari condizioni di autonomia (Trentino e Friuli) o dispongono di servizi migliori (sanità, scuola, viabilità etc.).
Questo fenomeno è collegato tipicamente alla differenza socio-economica tra aree territoriali ricche ed aree deboli. Ma la migrazione potrebbe trovare un’ulteriore spinta nel ritardo che si registra nella definizione di un nuovo assetto di competenze delle regioni e delle autonomie locali e nella mancata attivazione di un servizio di valutazione chiamato a garantire il rispetto dei livelli essenziali delle prestazioni che per quanto riguarda la scuola, la sanità e le prestazioni solidaristiche devono essere uniformi su tutto il territorio nazionale, universali e quindi uguali per tutti.
Il disegno tracciato dal Titolo V presenta una forte coerenza con le dinamiche che stanno trasformando i governi del territorio, che devono essere chiamati sempre più a collegare la valorizzazione delle peculiarità economiche e produttive di ciascun contesto territoriale regionale con visioni strategiche più larghe e condivise, e ad attivare un sistema di servizi sempre più aderenti alle caratteristiche della popolazione e della domanda sociale.