La Flc Cgil dice no al ‘Piano Buona Scuola’ e teme per i tagli degli Ata

Abbiamo già detto NO a nuovi tagli al personale scolastico e diciamo ancora NO a nuovi ventilati tagli al personale Ata. Il ‘Piano Buona Scuola’ perde credibilità ogni giorno che passa e si conferma in continuità con le fallimentari politiche dei Governi precedenti“. È quanto si legge in una nota di Mimmo Pantaleo, segretario generale Flc-Cgil.

Abbiamo motivato la nostra opposizione ai tagli commentando punto per punto il Piano del Governo sulla scuola e spiegato che essi non vanno d’accordo con la ‘Buona Scuola’. L’assenza clamorosa di investimenti anche nel settore dei servizi – niente organico funzionale Ata, zero immissioni in ruolo, ulteriori tagli sul personale tecnico e amministrativo – è un vuoto da colmare – continua la nota – Amministrativi, tecnici e collaboratori scolastici sono indispensabili per avere scuole accoglienti, sicure e che funzionino – prosegue Pantaleo – Per funzionare le scuole hanno bisogno di tutte le professionalità e non solo dei docenti. E invece il governo si appresta a licenziare oltre 5.000 precari Ata (dietro ci sono altrettante famiglie) e ad azzerare  le supplenze. E questa il governo la chiama lotta alla precarietà? Questa sarebbe la Buona Scuola? Tagli lineari, riduzioni di personale e dimensionamenti selvaggi non sono gli ingredienti di una riforma, perchè sono elementi distruttivi. E non si può pensare di rifinanziare le scuole prendendo risorse dai tagli alle scuole, alle università e alla ricerca“.

Per il sindacalista “non ci può essere il gioco delle tre carte  sulle risorse! Il Governo ci dica quali sono gli investimenti possibili per migliorare la qualità della scuola pubblica e quali sono i tempi per la stabilizzazione del personale. Le risorse possono essere trovate utilizzando i fondi strutturali, introducendo una tassa sulle transazioni finanziarie e una patrimoniale sulle grandi ricchezze e sulle rendite improduttive, possono derivare dalla lotta all’evasione fiscale e dall’abbandono definitivo di inutili spese militari“.