La Finanziaria che verrà/2: dove reperire risorse per la riforma

La prossima legge finanziaria dirà dunque cosa fare della riforma della scuola: finanziare o rinviare (o tagliare).
Se si vorrà finanziare la riforma vi sono due strade possibili da seguire: risorse nuove per la scuola (tante) e risparmi di sistema. Su quest’ultimi – che significano tagli e razionalizzazione delle attuali spese dell’istruzione – nei mesi scorsi sono corse molte voci. Le riassumiamo.
Vi potrebbe essere un intervento – peraltro di difficile realizzazione – nei confronti dei 18.500 insegnanti che non insegnano (comandati, distaccati, soprannumerari, utilizzati su progetti, sindacalisti, ecc.): un ritorno a scuola del 40% di loro equivarrebbe ad un risparmio annuo di circa 300 milioni di euro. In proposito il decreto-legge approvato dal Consiglio dei ministri venerdì scorso, che obbliga i docenti in soprannumero alla riconversione professionale, pena il licenziamento, ne è una prova eloquente.
Le 2000 istituzioni scolastiche con rapporto alunni/docenti al di sotto del 9,5 potrebbero essere accorpate ad altre, risparmiando i costi dei dirigenti e dei direttori amministrativi: si possono stimare altri 170 milioni di euro all’anno. Vi potrebbe essere anche il contenimento dei posti di sostegno in deroga ritenuti dal ministero fuori controllo (vedi TuttoscuolaNEWS n. 59 e TuttoscuolaNEWS n. 60): 15 mila posti pari ad un risparmio di 400 milioni circa di euro.
Ci sono infine i tagli di organico annunciati l’anno scorso: gli ulteriori 27 mila posti previsti dalla Finanziaria 2002 per un costo annuo di 800 milioni di euro.
I risparmi di sistema frutterebbero 1,6-1,7 miliardi di euro. Sono tanti, dolorosi, ma comunque pochi per la riforma.