La fenomenologia mutante dei diplomifici

Gli istituti scolastici in cui si rilasciano diplomi con estrema facilità sono sempre esistiti, purtroppo, ma negli ultimi anni sono proliferati e ne è mutata la fenomenologia.

La rete dei diplomifici, una volta costituita da gestori improvvisati e talvolta un po’ pittoreschi, si sta trasformando in una vera e propria industria organizzata e altamente remunerativa, capace di attrarre clientela da tutta Italia grazie a una attenta programmazione, all’utilizzo di strumenti e tecniche allo stato dell’arte e a robusti investimenti: marketing digitale, pubblicità multicanale, studi legali di prima fascia per vincere le opposizioni, partnership sul territorio. Non solo, ora spuntano anche imponenti immobili, nuove fabbriche di titoli o se volete cattedrali nel deserto educativo che sorgono in zone economicamente, socialmente e culturalmente degradate. Edifici di nuova costruzione che si affiancano in alcuni casi a modesti appartamenti o a vere e proprie “catapecchie”, le sedi dei diplomifici di vecchia generazione, dove tuttora si diplomano ogni anno, dopo brevi trasferte, migliaia di studenti provenienti da ogni regione (ma forse un giorno grazie ai lauti guadagni diventeranno anch’essi campus dal diploma facile con tutti i comfort).

Insomma un business antico che acquisisce nuovi connotati: entra nell’era digitale, sui social, con messaggi invasivi, accattivanti (il diploma è “facile”, “rapido”, “sicuro” e così via), diventa ibrido, flessibile, online. Con pochi clic dallo smartphone il diploma può essere a portata di mano. Pagando bene (fino anche a 15 mila euro), si intende, con la complicità dei genitori. Mentre i coetanei sgobbano sui libri.

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