La devoluzione avanza e il decentramento segna il passo

Sembra una contraddizione in termini ma è proprio così: mentre il Paese va verso il federalismo e la devoluzione (nuovo Titolo V della Costituzione, disegno di legge Bossi), stenta a realizzarsi il decentramento amministrativo a suo tempo varato dalle leggi Bassanini negli anni ’90, tuttora pienamente in vigore.
Proprio quel decentramento amministrativo che rappresentava l’anticipazione della più ampia riforma federalista segna il passo in vari campi, tra cui anche quello scolastico.
Il decreto legislativo 112/1998 è uno dei principali strumenti normativi della legge 59/97 (quella dell’autonomia scolastica, per intenderci) che prevede agli articoli 138 e 139 il trasferimento di molte competenze (e delle relative risorse finanziarie) dallo Stato alle Regioni e agli Enti locali.
Dall’anno scolastico 2002-2003 le nuove competenze avrebbero dovuto entrare in atto automaticamente (D.P.R. 347/2000), ma non è stato così se non per il passaggio di competenza in materia di calendario scolastico alle Regioni. Per il resto buio o quasi. Il MIUR ha mosso eccezioni all’effettiva applicabilità dell’articolo 138, motivando la sospensione con l’asserita esistenza di una nuova bozza di provvedimento di riorganizzazione dell’amministrazione centrale e regionale, e con il rischio di incompatibilità tra il nuovo titolo V della Costituzione e la precedente normativa federalista.
Sulla base di queste eccezioni le competenze sono rimaste al centro, assieme ai soldi riservati alla scuola non statale. Si tratta di 265 milioni di euro per i contributi, 130 milioni di euro per il sistema scolastico integrato e 36 milioni di euro per le funzioni trasferite ai comuni e alle province per effetto dell’articolo 139.
Da alcuni mesi le associazioni degli enti territoriali rivendicano il diritto alla definizione certa dell’effettiva decorrenza delle competenze, denunciando la schizofrenia del sistema.
In questi giorni si ha notizia di un’inversione di rotta del Miur (non sarebbe la prima), ma rimangono dubbi sull’effettiva disponibilità delle risorse finanziarie da trasferire e sulle modalità per gestire un passaggio con effetto retroattivo (a settembre 2002). La “borsa” rimarrebbe però al centro, distinguendo tra contributi a scuole non statali e finanziamenti per sistema prescolastico integrato. Si attendono ora le reazioni degli enti locali, che sono stati invitati a sottoscrivere un’intesa in tempi brevi.