La Corte dei Conti critica il sistema delle lauree brevi

La Corte dei Conti ha pubblicato la delibera n.7/2010, “Referto sul sistema universitario”, in cui esprime una valutazione critica circa la riforma universitaria che ha introdotto il sistema a doppio ciclo (laurea e laurea specialistica 3+2).

A più di dieci anni dal primo regolamento sull’autonomia didattica (d.m. n.509 del 1999), – si legge nella delibera – è possibile verificare che la riforma non ha prodotto i risultati attesi né in termini di aumento dei laureati né in termini di miglioramento della qualità dell’offerta formativa”. Anzi, prosegue la magistratura contabile, “ha generato un sistema incrementale di offerta, certamente sino all’anno accademico 2007-2008, con un’eccessiva frammentazione delle attività formative ed una moltiplicazione spesso non motivata dei corsi di studio“.

Infatti, si legge nel documento, “sul versante dell’offerta formativa, rilevante è il fenomeno della proliferazione dei corsi di studio, che passano da 2.444 nell’anno accademico 1999-2000, prima cioè della riforma, a 3.103 nell’anno accademico 2007-2008 con riferimento ai soli corsi aperti alle ‘immatricolazioni pure’ (corsi di I livello e corsi a ciclo unico), con un incremento effettivo intorno al 27 per cento. Il numero complessivo dei corsi di studio è andato progressivamente aumentando sino a tutto l’anno accademico 2007-2008, raggiungendo un numero di 5.519 corsi attivi di I e II livello a fronte di 4.539 corsi attivi di I e II livello nell’anno accademico 2003-2004, in conseguenza dell’effetto moltiplicativo dato soprattutto dalla crescita esponenziale dei corsi di laurea specialistica passati da 1.204 nell’anno accademico 2003-2004 a 2.416 nell’anno accademico 2007-2008“.

Una certa inversione di tendenza, evidenzia ancora la Corte dei Conti, “in conseguenza dei decreti di riforma del 2004 e del 2007, comincia a registrarsi solo a partire dall’anno accademico 2008-2009, con un decremento rispetto all’anno accademico precedente del 7,4 per cento per i corsi di I livello e del 2,6 per cento per i corsi di II livello“.

Al forte aumento dell’offerta formativa, spiega il Referto, “si aggiungono anche il rilevante fenomeno dell’incremento delle sedi decentrate e il peso via via crescente negli ultimi anni assunto dai professori a contratto esterni ai ruoli universitari (con un aumento del 67 per cento tra l’anno accademico 2001-2002 e l’anno accademico 2007-2008)“.

Infine, ancora sul versante della domanda formativa, secondo i dati acquisiti dal Miur e dal Cnvsu (Comitato nazionale per la valutazione del sistema universitario), si legge nel documento, “a fronte di un dato sostanzialmente stabilizzato del numero degli iscritti nell’ultimo quinquennio su un valore di poco superiore a 1.800.000 unità, rilevante è ancora la cifra relativa alla quota degli abbandoni dopo il primo anno, pari nell’anno accademico 2006-2007 al 20 per cento, valore questo sostanzialmente analogo a quello registrato negli anni precedenti la riforma degli ordinamenti didattici, mentre in netto aumento è nell’ultimo anno considerato il numero di laureati già in possesso del titolo di laurea breve (73.887 nel 2008 rispetto a 38.214 nel 2006), effetto questo essenzialmente della riforma attuata sul doppio ciclo di laurea“.