
La Conferenza delle Regioni cerca una guida
Sui futuri assetti della Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle province autonome il confronto si aprirà la prossima settimana. La Conferenza, titolare di un forte potere d’interlocuzione, è alla ricerca di una guida. Il punto di partenza è il mutato assetto politico in alcune Regioni dopo l’esito delle recenti elezioni.
Il Presidente della Lombardia Formigoni entra nel merito della questione e spiega che la Presidenza della Conferenza delle Regioni “nasce dal confronto politico … gli assetti della Conferenza seguiranno una valutazione politica. Abbiamo deciso di avviare … un vasto confronto politico sulla presidenza”.
“Questa è una legislatura decisiva su questioni quali il federalismo e su altre materie importanti per le Regioni”. Siamo presidenti di Regione – aggiunge Formigoni – ma “ci sentiamo parte della Repubblica e abbiamo cercato sempre di difendere un punto di vista unitario”.
Il futuro presidente sarà chiamato a governare tra molte difficoltà. Una delle più importanti è favorire la ridefinizione della struttura portante del sistema nazionale di istruzione per contribuire a contenere le difformità territoriali degli esiti formativi. Nulla di rivoluzionario, tuttavia importante perché l’applicazione della riforma del Titolo V serve proprio a rendere concrete e visibili le decisioni e le risposte che lo Stato e le Regioni saranno in grado di dare alle sollecitazioni del territorio e delle imprese.
Il cambiamento tarda ad attuarsi: gli apparati amministrativi tendono a sfumarlo, le Regioni, con le dovute eccezioni (Lombardia, Veneto, Toscana, Friuli, Piemonte, Emilia Romagna) reagiscono con cautela.
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