In Italia insegnanti sempre più poveri, peggio di noi solo la Grecia

Gli insegnanti dovrebbero guadagnare almeno il doppio. Almeno 3mila euro piò o meno“. A dirlo poco più di una settimana fa è stata la ministra dell’Istruzione, Valeria Fedeli, toccando il problema della retribuzione dei docenti italiani. Perché, stando agli ultimi dati Ocse del focus “Come si sono evoluti gli stipendi degli insegnanti e come si relazionano a quelli dei docenti universitari?” riportati da Repubblica, i maestri e i professori del Bel Paese starebbero diventando sempre più poveri. Trattati peggio solo in Grecia.

All’estero, in alcuni paesi europei, le retribuzioni sono state invece addirittura incrementate superando persino i compensi dei docenti universitari. Parliamo, per esempio, di Germania, Lussemburgo e Finlandia. Al contrario, in Italia di superiore c’è stato solo il calo dello stipendio in termini reali. 

I salari degli insegnanti possono avere un impatto diretto sulle decisioni individuali di intraprendere la carriere dell’insegnamento“, dicono dall’Ocse. In pratica, “paghe più alte possono assicurare docenti maggiormente motivati e bravi al sistema formativo di un paese” ribadisce Salvo Intravaia dalle pagine di Repubblica. Fatto sta che dal 2005 al 2014 le retribuzioni dei docenti italiani hanno perso 7 punti percentuali. Nello stesso periodo in Germania sono invece incrementate del 10%, in Irlanda addirittura del 13%. In Norvegia gli stipendi degli insegnanti sono aumentati invece del 9%, in Finlandia del 6%. In aumento, seppure di meno, anche gli stipendi dei docenti danesi e belgi.

Nella stessa situazione degli italiani, forse un po’ meglio, si trovano anche i docenti in Francia, dove il taglio agli stipendi è stato del 5%. Peggio di noi solo in Grecia dove invece i docenti hanno subito dal 2005 al 2014 un taglio netto del 30% della loro retribuzione.

In Italia – commenta Pino Turi, Uil scuolaabbiamo pagato la crisi con il blocco delle paghe, altrove si investe nella scuola“. “Nel nostro paese c’è una grande questione salariale. – Afferma Francesco Sinopoli, Flc Cigl – Quella che gli stipendi italiani nella pubblica amministrazione sarebbero più alti che all’estero è semplicemente una favola“. “Abbiamo bisogno di un riconoscimento sociale degli insegnanti e di un reale investimento in termini economici” dichiara Maddalena Gissi, Cisl scuola.

Quello della retribuzione di insegnanti e dirigenti scolastici è un tema verso il quale Tuttoscuola si è dimostrata da sempre molto sensibile. Già nel numero di marzo dello scorso anno, per esempio,  parlando delle competenze del dirigente scolastico che si stavano aggiungendo a quelle già esistenti affermavamo che: “ Il confronto e la discussione tra i soggetti istituzionali, professionali e sociali deve portare ad una visione che non può ribadire vecchie certezze, ma generare contenuti innovativi del sistema delle tutele anche economiche, dei percorsi professionali e chance di carriera. In questo scenario si colloca la questione retributiva dei dirigenti scolastici che va affrontata con serie politiche di qualificazione professionale che incentivino gli investimenti in istruzione. E proprio sulla retribuzione in particolare dei DS siamo tornati anche qualche settimana fa, in occasione della protesta dei dirigenti scolastici dello scorso maggio. Di seguito gli approfondimenti:

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