Istruzione terziaria/1. Sulla priorità per gli ITS convergenza generale

Scommessa vinta”. Con queste parole Alessandro Mele, coordinatore della Cabina di Regia per gli Its Italia, e da marzo 2018 Presidente dell’Associazione Rete Fondazioni Its Italia, ha sintetizzato l’esito della conferenza online svoltasi il 15 dicembre 2020, promossa dalla stessa Rete.

In effetti tutti i partecipanti all’incontro, autorevoli rappresentanti di forze politiche di maggioranza e di opposizione, dal sottosegretario Stefano Buffagni (M5S) ai deputati Valentina Aprea (FI), Angela Colmellere (Lega), Paola Frassinetti (Fratelli d’Italia), Niccolò Invidia (M5S), Serse Soverini (PD), Gabriele Toccafondi (Italia Viva), e la stessa ministra dell’istruzione Lucia Azzolina, hanno convenuto sulla necessità di considerare prioritario e urgente l’investimento nello sviluppo degli Istituti Tecnici Superiori, l’unica filiera dell’istruzione superiore italiana mostratasi in questi anni capace di garantire il rapido ingresso nel mondo del lavoro dei giovani formati:  l’ultima rilevazione Indire, citata da Mele nella relazione introduttiva, segnala che l’83% dei diplomati ITS ha trovato lavoro ad un anno dal diploma, e che di questi l’87,3% si è inserito in un’area professionale coerente con il percorso concluso.

Scommessa vinta, dunque? Dal punto di vista politico sì, perché la convergenza registratasi in questo convegno a favore di un rapido e consistente sviluppo degli ITS è stata ampia, convinta e trasversale. La ministra Azzolina ha anche confermato l’impegno del governo a inserire gli ITS tra gli investimenti prioritari del Recovery Fund (chiederà 2 miliardi). Ma dal punto di vista operativo la partita è tutta da giocare. Gli attuali diplomati ITS sono troppo pochi (3-4mila all’anno), molto meno di quelli che il sistema produttivo sarebbe in grado di assorbire (almeno 20.000 all’anno secondo Gianni Brugnoli, vicepresidente di Confindustria per il Capitale umano, anche di più secondo altre stime).

Servirebbe una grande campagna di comunicazione, rivolta in primo luogo (ma non solo) agli iscritti agli ultimi tre anni degli istituti tecnici e professionali, e poi alle famiglie e agli insegnanti (che giocano un ruolo fondamentale nell’orientamento) per spostare sugli ITS una parte consistente delle domande di iscrizione all’università e per avvicinare (allineare sarebbe pura utopia) il sistema di istruzione terziario italiano a quello dei principali Paesi manifatturieri europei.