Istruzione professionale: evitare innesti innaturali

Istruzione professionale 2

Una diffidenza giustificata, quella della Regione Lombardia? Va detto che l’ipotesi di uscite intermedie, dal terzo e quarto anno, verso il lavoro o la formazione professionale regionale, era stata contemplata in alcuni progetti sperimentali elaborati dall’allora Direzione generale dell’istruzione professionale del Ministero dell’istruzione alla fine degli anni novanta dello scorso secolo, anche come modalità di più chiara distinzione dell’IP dai percorsi dell’istruzione tecnica, ma poi la riforma del titolo V della Costituzione varata nel 2001, con l’attribuzione alle Regioni della competenza esclusiva in materia di formazione professionale, aveva precluso ogni possibilità di sviluppare tali progetti.

La successiva soppressione delle Direzioni generali, e poi la riforma Moratti del 2003, con l’eliminazione della qualifica triennale (si chiamava “diploma di qualifica”), trasformarono l’istruzione professionale, che pure continuava ad accogliere una cospicua percentuale di studenti (il 20 e più per cento) in una copia sbiadita – tranne che per l’indirizzo alberghiero e della ristorazione – dell’istruzione tecnica.

In effetti la soluzione trovata nello schema di decreto legislativo sopra citata sembra un tardivo riconoscimento della validità di un percorso di ciclo breve e professionalizzante all’interno dell’offerta formativa pubblica, ma questo modello – soprattutto dopo che l’esito del referendum del 4 dicembre 2016 ha spazzato via le ipotesi di revisione in senso neocentralistico del rapporto Stato-Regioni – è bene che resti nell’ambito della competenza esclusiva dalle Regioni, che comunque sono un soggetto pubblico.

È consigliabile evitare innesti innaturali tra percorsi statali e quelli regionali che nel frattempo si sono sviluppati. La normativa vigente già prevede alcune tipologie di collaborazione tra istituti professionali e percorsi regionali, ma nella distinzione dei compiti e dei ruoli, senza ricorrere a forme di ibridazione curricolare come quella prevista, sia pure come possibilità, dallo schema di decreto.

Di questi temi si parlerà sicuramente agli “Stati generali della formazione professionale lombarda – Ready to work!, Lavoro per imparare”, organizzati da Regione Lombardia, che si terranno il 17 febbraio a Milano, con la partecipazione, tra gli altri, dei sottosegretari all’istruzione e al lavoro Gabriele Toccafondi e Luigi Bobba e dell’assessore lombardo Valentina Aprea.