Invalsi/2. Molte conferme, poche sorprese

I dati relativi al campione, ovviamente più attendibili di quelli relativi all’universo delle scuole (che saranno resi noti tra qualche mese) in quanto verificati da osservatori esterni, confermano in buona parte quanto già emerso nelle rilevazioni degli anni precedenti. Non è una sorpresa che le regioni del Nord registrino risultati migliori rispetto al Mezzogiorno, anche se alcune regioni del Sud (Puglia, Abruzzo e Basilicata) si sono avvicinate alla media nazionale. La Regione Campania resta complessivamente quella con i peggiori risultati.

I divari geografici tendono peraltro ad aumentare nei diversi livelli d’istruzione, diventano cioè più consistenti con l’aumento dell’età degli studenti, il che evidenzia, da una parte, la necessità di una più efficace formazione di base (soprattutto, ma non solo, per gli studenti di cittadinanza non italiana), e dall’altra la forte incidenza dei fattori legati al contesto socio-economico, ambientale e anche istituzionale, come evidenziato anche dai Rapporti sulla qualità nella scuola di Tuttoscuola (2007 e 2011).

Il divario geografico diventa particolarmente rilevante nella scuola secondaria di secondo grado, ma inizia già con quella di primo grado: è probabilmente questo il livello che necessiterebbe di maggiore attenzione, come mostra anche l’esito di altre indagini come quella promossa dalla Fondazione Agnelli (2011). Anche se il Rapporto ha evidenziato che già nel passaggio dalla II alla V primaria la variabilità tra scuole cresce poco nel Nord-Est e molto nel Sud, dove evidentemente la qualità dell’offerta scolastica è mediamente peggiore che al nord già al termine della scuola primaria.

Per il resto i dati confermano che le ragazze ottengono risultati migliori dei maschi in italiano ma non in matematica, e che gli alunni stranieri incontrano più difficoltà con l’italiano che con la matematica. Da questo punto di vista il Rapporto 2012 dell’Invalsi non offre particolari novità.