Intesa per il Piano Scuola e tregua (per quanto?) in attesa dell’applicazione

Dopo i rinvii, le attese, le anticipazioni e le polemiche, il Piano Scuola 2020-2021 ha ricevuto finalmente l’imprimatur della Conferenza unificata Stato, Regioni e Autonomie Locali.

Forse sarebbe stato opportuno prevedere anche scenari alternativi in dipendenza dell’andamento del Covid-19 (azzerato con ritorno alla situazione dell’anno scorso o peggiorato con ripristino della situazione dei mesi scorsi), ma questo è il Piano definitivo e con questo dovranno fare i conti per la ripartenza soprattutto Enti Locali e dirigenti scolastici.

Tra la bozza del Piano che aveva provocato critiche e proteste e il testo definitivo del Piano le integrazioni e le modifiche non sono state così rilevanti da far cadere le riserve manifestate da più parti. Ma le integrazioni richieste (maggiori risorse e integrazione degli organici) hanno invece trovato accoglimento fuori dal Piano e sono state provvisoriamente soltanto annunciate: integrazione di un miliardo di euro e incremento di organico di fatto di 50 mila unità tra docenti e personale ATA.

Se, com’è sperabile, quei 50 mila posti da conferire con contratto a tempo determinato sono il risultato di stime calcolate in base ai dati in possesso del ministero, si deve ritenere altrettanto attendibile anche il dato fornito dal ministro Azzolina in conferenza stampa secondo cui circa il 15% delle classi non risulta adeguato per accogliere gli alunni nel rispetto dei parametri indotti dal distanziamento.

Ciò significa che circa 54 mila classi e oltre un milione di alunni entro settembre dovranno avvalersi di spazi alternativi. Si tratta di un problema che i competenti Enti locali cercheranno quanto prima di risolvere e che nell’immediato ha dato luogo a forti contrasti tra opposizione e maggioranza. In particolare la Lega mantiene alto il livello delle critiche al ministro Azzolina, di cui continua a chiedere le dimissioni.

Un’ipotesi, quella delle dimissioni, che sembrava circolasse nei giorni scorsi come tentazione anche all’interno della maggioranza, ma che l’intesa ha per il momento fugato.

La palla passa ora agli Enti Locali e ai dirigenti delle istituzioni scolastiche.