Intanto al Senato si discute di Indicazioni nazionali

Finora non si è poi discusso molto sulle Indicazioni nazionali che hanno accompagnato gli incerti passi del processo attuativo della riforma della scuola, tra resistenze, difficoltà ed intralci.
Esse tornano sulla scena della politica con il dibattito avviato il 28 ottobre al Senato per la discussione della mozione sui programmi scolastici presentata dalla Sen. Soliani (Margherita) e sottoscritta da 81 senatori delle forze politiche di opposizione.
La sen. Soliani nella relazione introduttiva del dibattito ha sostenuto che la “smania” di cambiamento che caratterizza l’azione di questo governo senza opportune e approfondite analisi e confronti, neanche sui contenuti essenziali, ha prodotto come risultato “la consapevolezza che le novità da gestire patiscono un deficit di condivisione“.
La scuola, che non sta attraversando un “Rinascimento” riformistico, ha bisogno secondo la Soliani di una politica scolastica che abbia la capacità di andare oltre la logica della coalizione, di coinvolgere tutte le forze politiche e sociali del Paese: occorre uno sforzo notevole per fare del governo della scuola qualcosa che riguardi l’intera nazione.
Ciò impone al Governo un cambiamento di atteggiamento nella discussione dei decreti attuativi che andrebbe affrontata con maggiore attenzione alle ragioni degli altri. Le Indicazioni nazionali, sottratte per la loro transitorietà alle valutazioni delle Commissioni Parlamentari, sono vissute da una parte degli insegnanti come un arretramento rispetto ai programmi della scuola elementare del 1985 e degli orientamenti per la scuola materna del 1991, anche a causa di una mancata ufficializzazione della commissione che ha prodotto le Indicazioni, tanto da rendere impossibile una interlocuzione con il mondo della scuola, della cultura e dei soggetti interessati.
Per questi motivi la sen. Soliani ha chiesto che “il Senato…impegni…il Governo a disporre il ritiro delle Indicazioni…e ad affidare…ad una Commissione…espressione della comunità scientifica e della scuola, l’incarico di elaborare gli obiettivi educativi e culturali per la scuola italiana…“.
Gli interventi degli altri senatori e del rappresentante del governo, previsti il 9 novembre, riusciranno a generare discussioni ed approfondimenti che possano aiutare a capire che cosa è realmente la scuola oggi, che cosa imparano i nostri ragazzi? Difficilmente in ogni caso l’esito del dibattito porterà a cambiamenti nell’atteggiamento della maggioranza, che, presumibilmente, ancora una volta farà prevalere la logica dei numeri.