
Insegnanti scrutatori ai seggi?
Alla vigilia delle elezioni in molte città italiane le corse di bus e tram sono state ridotte o alcune linee sospese, come è successo, ad esempio, a Napoli. Il motivo? Molti autisti sono stati impegnati ai seggi in qualità di presidenti, scrutatori e rappresentanti di lista e, a norma di legge, la loro partecipazione non poteva essere limitata dalle aziende.
A Torino sono stati circa 1.100 gli addetti del servizio di trasporto pubblico urbano impegnati nei seggi in qualità di presidenti, scrutatori o rappresentati di lista. A Napoli il fenomeno dei permessi elettorali ha riguardato tutte le aziende pubbliche di trasporto; il maggior numero di “defezioni” si è registrato nell’Azienda napoletana mobilità: 350 dei 1100 dipendenti, cioè un terzo, erano impegnati nei seggi.
La legge riconosce a tutti i cittadini il diritto di partecipare ai lavori elettorali e prevede un compenso variabile per presidenti, scrutatori e segretario che può arrivare, per il primo, a 224 euro, oltre al diritto di recuperare il giorno festivo ai seggi con un giorno di ferie aggiuntivo. Il compenso è aggiuntivo alla normale retribuzione di cui l’interessato gode.
La questione degli autisti che mettono in crisi i servizi pubblici e l’utilizzo degli edifici scolastici come seggi, con conseguente sospensione delle lezioni e vacanza per studenti e insegnanti, fa ritornare alla mente un’ipotesi di alcuni anni fa, quando si era parlato di impiegare nei seggi, remunerandoli, proprio gli insegnanti, liberi da impegni di lavoro.
Qualcuno potrebbe considerare l’ipotesi per le future consultazioni, senza che costituisca un obbligo, ovviamente. Non si correrebbe nemmeno il rischio di interrompere il servizio per l’assenza degli scrutatori dai luoghi di lavoro come succede agli autisti. Cosa ne pensano gli insegnanti?
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