
Inglese o dialetto? Meglio entrambi
L’assessore regionale alla Cultura e all’Identità Veneta, Ermanno Serrajotto punta decisamente a lanciare il dialetto veneto.
Tra le iniziative messe a punto dall’Assessorato, oltre a seminari di aggiornamento per docenti e la proposta di percorsi didattici mirati a valorizzare la culture locali, la pubblicazione di un libro di testo per le scuole elementari dal titolo “Noi Veneti” di Manlio Cortellazzo.
Come riferito in “TuttoscuolaFOCUS n. 4/100, il giornalista Gian Antonio Stella si è soffermato sulle colonne del Corriere della Sera su questo volume, non senza una venatura polemica.
L’Assessore Serrajotto ha voluto rispondere indirizzando a Tuttoscuola l’intervento che segue.
Il servizio di G. A. Stella sul Corriere della Sera, citato da Tuttoscuola FOCUS del 22 aprile, è incentrato su un aspetto che definirei marginale ed enfatizzato in maniera oltretutto distorta. In effetti, Stella sembra partire alla grande tirando in ballo nientemeno che la devolution, ma la riflessione su questo tema si ferma subito. L’oggetto di tanta attenzione si scopre alla fin fine essere il sussidiario “Noi Veneti”, presentato con una visione quasi caricaturale.
L’opera invece non intende affatto “lanciare il dialetto veneto” ma è stata pensata soprattutto per gli alunni delle scuole elementari, con un linguaggio adatto a loro, per recuperare quei valori collegati alla storia del Veneto, alla lingua locale e alle tradizioni che sono assenti dai libri di storia utilizzati dai programmi ministeriali. Un aiuto sul piano didattico offerto ad insegnanti già da tempo impegnati su queste tematiche inserite nei piani di offerta formativa perché rispondenti agli interessi e alla sensibilità degli allievi e del territorio.
Abbiamo scelto la strada di proporre al mondo della scuola percorsi didattici che valorizzino le culture e le lingue locali, per aiutare i più giovani a comprendere come siamo arrivati al livello di sviluppo attuale e qual è il nostro retroterra culturale. Una scuola veramente radicata nel territorio non può far finta che tutto questo non esista, ma deve trovare i modi per affrontare anche questi temi nelle forme didatticamente più efficaci senza nessun rischio per la programmazione scolastica.
Nel suo articolo lo stesso Stella, pur così sprezzante nei confronti del sussidiario, cita anche – sottolineando gli “ottimi temi”, gli “ottimi docenti”, l'”ottima iniziativa” – il seminario di aggiornamento per insegnanti sulla storia e le tradizioni locali, svoltosi all’inizio di aprile. La Regione del Veneto, ben prima che la riforma fosse definita, si è mossa autonomamente con una programma di azioni a sostegno del sistema scolastico, per migliorarne la qualità, farne emergere i punti di eccellenza e contribuire a superare i punti di debolezza. Non vedo quindi rischi per la scuola che, semmai, da iniziative come questa può trarre ulteriore arricchimento.
Ermanno Serrajotto
Assessore alle politiche per l’istruzione,
la cultura e l’identità veneta
Solo gli utenti registrati possono commentare!
Effettua il Login o Registrati
oppure accedi via