‘Indicazioni nazionali’/2: anche l’Anci le critica

Anche l’Associazione dei Comuni italiani (Anci) non è tenera nei confronti delle “Indicazioni nazionali” per le quali il ministro Moratti ha richiesto valutazioni e proposte.
L’Anci, alla luce del recente disegno di legge proposto dal Governo per una nuova devoluzione che affiderebbe competenze di organizzazione e gestione scolastica alle Regioni, si chiede come possa esserci un intervento legislativo ministeriale che faccia “invasione di campo”, come quello imminente di attuazione della legge di riforma.
L’Anci chiede chiarimenti sui decreti e sul piano programmatico finanziario per avere un quadro complessivo che consenta di capire meglio l’insieme.

Nel merito delle indicazioni e di taluni aspetti organizzativi e di funzionamento l’Associazione dei Comuni esprime forti riserve in quanto “in generale, l’orario annuale evidenzia l’opzionalità e l’idea individuale del servizio. Pare che la scuola non privilegi più un progetto per propria comunità, ma che sia un luogo in cui i singoli accedono a quote più o meno ampie (comunque discrezionali) di un servizio“.

Un altro grido di allarme lanciato dall’Anci riguarda l’autonomia scolastica: “mancano precisazioni sulle competenze delle autonomie scolastiche – afferma il documento inviato al ministro – …. E si parla di autonomia “regolata” e “vincolata” alle indicazioni, con poca attenzione ai margini di autonomia didattica e organizzativa. Alcuni “livelli essenziali” sono indicati con un livello di dettaglio più “centralista” che essenziale, come è il caso del tempo annuale del maestro tutor in una classe, senza consentire alle scuole quanto costituzionalmente loro garantito: l’autonomia didattica e organizzativa. È necessario che alcuni livelli essenziali non diventino soglie vincolanti.”