Indicazioni nazionali, il No della Gilda

Nella Commissione che ha redatto il documento per le nuove Indicazioni nazionali risulta assente totalmente “la scuola che va in classe”.

È un giudizio fortemente critico quello espresso dalla direzione nazionale della Gilda degli Insegnanti sul documento di base emanato dal Ministero della pubblica istruzione per riscrivere le Indicazioni Nazionali.

Per redigere le nuove Indicazioni nazionali che sostituiranno quelle del ministro Moratti è necessario – afferma la Gilda – coinvolgere direttamente i docenti nel processo di cambiamento. Nessuno conosce la scuola meglio di chi va in classe tutti i giorni e, dunque, dare il compito di redigere un documento propedeutico per la revisione delle Indicazioni nazionali a una commissione in cui gli insegnanti non sono rappresentati significa partire con il piede sbagliato.

Tra i punti giudicati negativamente dal sindacato, “l’uscita a ‘mosaico’ del progetto di cambiamento che, come accaduto con Berlinguer e con Moratti, inibisce una valutazione complessiva e di merito delle implicazioni sulla scuola reale; la trasformazione della scuola da ‘istituzione dello Stato’ ad agenzia formativa al servizio delle famiglie e del territorio; la sostanziale incoerenza tra i progetti di personalizzazione dei curricoli e la pratica della politica scolastica con le sue ‘scelte razionalizzatrici’ e il conseguente sovraffollamento delle classi“.

La Gilda degli Insegnanti auspica che “intorno alle questioni sollevate si apra, nel mondo della scuola reale, un dibattito autentico, capace di dare contributi propositivi a un progetto di riforma della scuola ampiamente condiviso nel Paese e capace di coinvolgere la società civile nella costruzione del futuro dei nostri giovani“.