Incombe un’altra valanga sui punteggi di montagna

Si dice spesso “mons parturiens”, ma questa volta potrebbe non essere il classico topolino ad uscire dalla vicenda dei punti di montagna.
Mentre da tutta Italia vengono segnalate situazioni improprie di sedi incluse o mancate inclusioni nell’elenco che il ministero ha cercato in tutta fretta di predisporre per far fronte all’imprevista modifica parlamentare della tabella per le graduatorie permanenti, i precari si preparano ad impugnare la legge davanti al Tar del Lazio.
Il ricorso viene depositato il 17 giugno e dovrebbe fondare la sua motivazione principale su presunti vizi di illegittimità costituzionale relativi proprio al trattamento riservato in modo privilegiato e non giustificato nei confronti dei servizi di supplenza prestati in scuole che abbiano sedi al di sopra dei 600 metri.
Sarebbe incredibile che il provvedimento venisse bloccato proprio nello strumento voluto per aggirare il rischio di impugnative davanti al Tar.
Come si ricorderà, il disegno di legge sulle graduatorie permanenti (poi abbandonato per far posto al decreto legge) ha inteso dare forza di legge alla tabella dei punteggi, perché per diversi anni quella predisposta dal ministero era oggetto continuo di ricorsi e di blocchi.
Una tabella avente valore di legge non avrebbe potuto, infatti, essere impugnata davanti al Tribunale amministrativo.
Ma la voglia di strafare del Parlamento ha introdotto, con la tabella modificata, elementi di nuova possibile impugnativa. E non è detto che il Tar del Lazio non possa rilevare dubbi di legittimità costituzionale nella tabella e rimettere tutto alla Corte costituzionale con esiti imprevedibili (non immediati) per la legge e per le nomine.