Immissioni in ruolo: i posti disponibili sono 2 mila in meno e potrebbero mancare 8 mila docenti di matematica e di sostegno

Meno di 50 mila assunzioni. Per la precisione i posti liberi per l’assunzione a tempo indeterminato per il prossimo anno scolastico sono 49.850, ben 2.150 in meno rispetto alle 52 mila immissioni previste tre settimane fa dalla ministra dell’istruzione Fedeli con lo scopo dichiarato di rendere il più regolare possibile l’inizio delle lezioni.

Ma non è finita qui. A causa della non disponibilità di docenti di matematica e di docenti di sostegno, quei circa 50 mila posti liberi potrebbero essere coperti solo da 42 -43 mila docenti con i requisiti (graduatoria di merito del concorso o ad esaurimento) per l’assunzione a tempo indeterminato. E la differenza dovrà essere coperta da docenti con contratto a tempo determinato nominati a settembre (o addirittura ad anno scolastico iniziato).

È quanto risulta da una nuova elaborazione di Tuttoscuola sulla base della rilevazione dei posti rimasti vacanti dopo i trasferimenti del personale docente.

Non saranno quindi 52 mila le nomine possibili da effettuarsi entro il prossimo 14 agosto, ma due mila in meno (49.850), in base a quanto risulta a conclusione di tutti i trasferimenti del personale docente per il 2017-18, ripartiti per tre quarti in posti comuni (36.605) e per il restante quarto su posti di sostegno (13.245).

In effetti, fin dai primi giorni del suo incarico, l’obiettivo della Ministra Fedeli è stato quello della stabilizzazione degli insegnanti, in funzione anche dei diritti degli alunni alla continuità didattica, ma mentre per le immissioni in ruolo (prima fase della stabilizzazione) riuscirà, pur non al meglio, a centrare l’obiettivo, a settembre dovrà invece fare i conti con la sistemazione dei docenti con contratto a tempo determinato (seconda fase).

Valutiamo più da vicino la situazione della prima fase, quella delle nomine in ruolo. Consideriamo che l’intera operazione di nomine con contratti a tempo indeterminato e determinato potrebbe riguardare complessivamente circa 160 mila docenti. La prima fase per le nomine in ruolo peserebbe, dunque, per circa un terzo del totale.

L’imminente decreto ministeriale definirà puntualmente l’effettiva consistenza e disponibilità di posti per le nomine in ruolo, con riferimento alle singole classi di concorso e alla ripartizione territoriale.

Ma non sarà tutto semplice come può sembrare, perché, soprattutto nelle regioni settentrionali, per talune classi di concorso potrebbero mancare i candidati disponibili per le nomine in ruolo.

Come è noto, i posti da assegnare per le nomine in ruolo vengono presi per metà dalle graduatorie di merito del concorso e per l’altra metà dalle graduatorie ad esaurimento (GAE), fatte salve eventuali compensazioni tra i due tipi di graduatoria in caso di insufficienza dell’una o dell’altra.

Ma potrebbe non bastare.

Infatti i posti da coprire con docenti da immettere in ruolo potrebbero essere ancora meno, a causa della non disponibilità di docenti di matematica (1.500) e di docenti di sostegno (6.500).

Se non arriveranno rinforzi straordinari, alla fine invece delle attese 52 mila immissioni in ruolo ce ne saranno non più di 42-43 mila. Mancheranno circa 8 mila docenti per fare l’en plein delle immissioni in ruolo e i posti li  copriranno i docenti con contratto a tempo determinato nominati da settembre.