Tuttoscuola: Il Cantiere della didattica

Imminente ricorso al Tar sulla soglia del 30% di stranieri in classe

Ci sono scuole che non intendono rispettare il tetto del 30% della presenza di stranieri in classe? “Ne prendo atto“. Così il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini ha commentato ieri l’annuncio di alcune scuole romane di voler accogliere le iscrizioni di bambini stranieri anche oltre la soglia del 30% fissata dal ministero.

Abbiamo introdotto – ha detto il ministro – una misura di buon senso che è stata accolta dalla stragrande maggioranza dei dirigenti e dei docenti come un intervento opportuno e forse anche indispensabile. Che poi ci sia qualcuno che non vuole applicare ne prendo atto“.

La protesta contro il tetto del 30% va avanti sul piano dei fatti con il rifiuto di alcuni dirigenti scolastici di applicare la soglia ministeriale, ma anche sul piano del diritto: l’associazione “Progetto Diritti” annuncia che presenterà ricorso al Tar del Lazio contro la circolare del ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini che stabilisce il tetto del 30% ai bambini stranieri in classe.

Il ricorso sarà presentato entro i 60 giorni previsti dalla legge, che scadono il 9 marzo prossimo, dall’associazione antidiscriminazioni “Progetto Diritti” onlus. Ad annunciarlo è l’avvocato Arturo Salerni nel corso di un’assemblea pubblica che si è tenuta ieri sera nella sala consiliare del VI municipio di Roma, in piazza della Marranella.

Inizia dunque una battaglia legale intorno alle vicende della scuola Carlo Pisacane, nota perché oltre l’80% dei suoi alunni sono bambini stranieri sulla carta, ma nati e vissuti nel popolare quartiere capitolino di Torpignattara.

La circolare dell’8 gennaio – spiega Salerni – viola le disposizioni sui comportamenti discriminatori adottati in sede comunitaria e in particolare la direttiva 43/Ce del 2000 dell’Unione europea“. Secondo l’avvocato di Progetto Diritti, “il provvedimento del ministro Gelmini, pur essendo motivato apparentemente da finalità di integrazione, in realtà ha l’effetto di accrescere il disagio in fasce della popolazione a causa della loro appartenenza nazionale e viola le disposizioni internazionali dei diritti dei fanciulli, rendendo più disagevole l’accesso all’istruzione“. Pertanto sarà chiesto al Tribunale amministrativo del Lazio di annullare la circolare del ministero dell’Istruzione.

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