Il sud perde uno dei pochi primati, quello dei laureati

Una volta il centro-sud aveva un primato in termini di formazione universitaria. C’erano in proporzione più laureati nelle regioni centrali e nel mezzogiorno di quanti ce ne fossero al nord. Ora non è più così.
Il censimento 2001 riserva infatti una grossa sorpresa sulle tendenze delle nuove generazioni. La laurea sembra non essere più negli obiettivi prioritari dei giovani meridionali, come per decenni era stata invece per le generazioni passate. Vediamo perché.
Nella fascia di età dai 30 anni in su (più di 38 milioni di persone), risulta dai dati Istat elaborati da Tuttoscuola che quasi 8 italiani su 100 possiedono la laurea (7,91%), con situazioni di maggior incidenza nelle regioni del centro-sud dove, ad esempio, i laziali hanno l’11,5% di laureati (Roma il 13,45%), i calabresi l’8,52%, i campani l’8,40%, i siciliani il 7,95%.
In mezzo a loro, a rompere questo primato tutto meridionale, i liguri con l’8,45% di laureati.
Dati che confermano come le generazioni meno giovani o anziane del centro sud abbiano investito nella formazione universitaria più della gente del nord.
Ma se si pone attenzione alle ultime generazioni sotto i 30 anni (età tra 20 e 29 anni, pari a 7,7 milioni di giovani), la tendenza risulta capovolta: in testa con la più alta percentuale di laureati ci sono ora i liguri, gli emiliani, i lombardi, mentre i calabresi, i campani e i siciliani sono precitati agli ultimi posti. Anche i laziali hanno perso la leadership, retrocedendo al quarto posto.
Interessanti i dati per provincia che Tuttoscuola è in grado di fornire. La provincia con la più alta percentuale di laureati sotto i 30 anni? Quella di Bologna, dove un giovane su 10 è laureato.
Roma è passata dal 1° al 7° posto, dopo appunto Bologna, Genova, Milano, Parma, Trieste e Piacenza.
Agli ultimi posti quattro province siciliane (Palermo, Ragusa, Caltanissetta, Agrigento) e tre sarde (Cagliari, Nuoro, Oristano), dove è laureato solo il 3-4% degli under 30.
Si può pensare che diversi giovani del centro sud siano emigrati, dopo la laurea, al nord, ma resta comunque il fatto che i territori meridionali si avvarranno solamente dei laureati rimasti.
Si può sperare anche in un recupero dei fuori corso, ma questo vale anche per le regioni non del sud.
Il dato è comunque una spia del profondo disagio culturale e occupazionale delle aree meridionali.