Il sogno catalano della Lega

Il 55% dei programmi deciso dallo Stato, il 40% dalla Regione e il 5% (se ci sono le risorse) dalle scuole. L’assessore alle politiche per l’istruzione della Regione Veneto Ermanno Serrajotto, reduce da un viaggio di studio in Catalogna, è rimasto molto colpito dal modello catalano, tanto da parlarne con entusiasmo in un articolo uscito il 4 marzo sul quotidiano della Lega La Padania. Va detto, peraltro, che lo stesso assessore mostra di rendersi conto dell’impossibilità di esportare in Italia (magari nel Veneto) um modello scolastico centro-periferia che in Spagna ha alle spalle una lunga tradizione, che non è peculiare della sola Catalogna, ma si estende ad altre “comunidades” (Regioni) autonome, dalla Andalusia ai Paesi baschi.
La Lega di governo si accontenterebbe insomma di quanto è riuscita a far inserire nel disegno di legge Moratti: la “quota” (non quantificata) di programmi “di interesse specifico” della Regione e il riferimento all’importanza della “realtà locale”. Quello catalano, insomma, resta un sogno, anche se a occhi aperti.