Tuttoscuola: Il Cantiere della didattica

Il quasi flop dell’inglese potenziato

Alla fine il Consiglio di Stato, con ordinanza n. 4291 del 26 agosto, ha risolto l’intricata questione dell’inglese potenziato (cinque ore a settimana) nella scuola media. Ha annullato l’ordinanza del Tar Lazio (n. 1589 del 7 aprile) che aveva disposto la sospensiva della circolare sulle iscrizioni (n. 4/2009) nella parte relativa al modulo di domanda in cui non si prevedeva esplicitamente la scelta alternativa di una seconda lingua comunitaria da parte delle famiglie.

La legittimazione dell’inglese potenziato rischia però di rimanere del tutto virtuale, senza concreti effetti (negli ambienti del Miur si stima che il numero delle prime classi che lo adottano non superi il 2%), a causa anche di una serie di atti ministeriali che hanno ridotto notevolmente il margine di reale attuazione di una offerta di servizio gradita a molte famiglie.

Prima di tutto il regolamento di riordino del primo ciclo, nel prevedere l’attivazione dell’inglese potenziato, lo condizionava al divieto di determinare, nelle scuole interessate, il soprannumero di docenti di altra lingua comunitaria.

Successivamente, con il decreto ministeriale sugli organici (circolare n. 38 del 2 aprile), il Miur disponeva per la prima volta che tutti i posti di docenza per la seconda lingua entrassero in organico di diritto, determinando con i trasferimenti e con le immissioni in ruolo la copertura di molti posti e riducendo il margine di applicazione dell’inglese potenziato.

All’arrivo della sospensiva da parte del Tar, il Miur invitava le scuole a darvi applicazione (circolare n. 60 del 25 giugno) con l’effetto probabile di riorganizzare le classi senza tener conto della opzione dell’inglese.

L’insegnamento dell’inglese potenziato, almeno quest’anno, resta insomma in buona parte virtuale con delusione di molte famiglie. Forse andrà meglio il prossimo anno.

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