Il pagamento dei mesi estivi costerebbe più di un miliardo e mezzo

Se la sentenza della Corte di appello di Brescia, che ha riconosciuto il diritto alla retribuzione di un’insegnante temporanea anche per i mesi estivi, venisse applicata in modo generalizzato a tutti i supplenti temporanei, cosa succederebbe?

Abbiamo provato a fare due conti in tasca al Miur, a cominciare dalla quantificazione dei possibili aventi diritto, e vengono fuori numeri da far tremare anche il ministro… dell’economia.

Nell’ultimo quinquennio il numero dei supplenti temporanei ha oscillato intorno alle 100mila unità all’anno (nel 2006-07 e nel 2007-08 ha sfiorato quota 120 mila), di cui oltre il 40% negli istituti di istruzione secondaria superiore (solo il 6-7% nella scuola dell’infanzia).

Va precisato, però, che tra i docenti con nomina fino al termine delle attività, interessati all’eventuale recupero della retribuzione estiva, fino al 2007-2008 non dovrebbero essere considerati i docenti di sostegno, perché per loro (pur in numero considerevole) era proprio la legge fino al 2007-08 a prevedere espressamente che i posti di sostegno in deroga venissero assegnati a docenti con contratto fino al termine delle attività.

Escludendo l’a.s. 2004-05, ormai andato in prescrizione, ma calcolando, oltre alle due mensilità di luglio e agosto non retribuite, anche il corrispondente rateo di 13.ma, il pagamento integrale dei mesi estivi per i supplenti temporanei fino al termine delle attività nominati dal 2005-2006 fino all’anno scolastico 2009-10, porterebbe ad una spesa complessiva superiore al miliardo e mezzo di euro, di cui quasi 700 milioni per i professori supplenti delle superiori, 460 milioni per quelli della scuola media, 291 milioni per i maestri delle elementari e più di 80 milioni per le insegnanti della scuola dell’infanzia. Senza considerare gli interessi…