Il nuovo liceo/6. Quei licei senza latino

Assai interessante, anche perché inattesa, appare la predisposizione – accanto e in alternativa ai piani di studio ordinari del liceo scientifico e di quello delle scienze umane, che prevedono lo studio del latino – di due percorsi opzionali senza latino, denominati rispettivamente opzione scientifico-tecnologica e opzione economico-sociale.

Lo spazio occupato dal latino (3-4 ore settimanali per lo scientifico, 2-3 per il liceo delle scienze umane) viene infatti utilizzato nel primo caso per rafforzare lo studio delle scienze, dell’informatica e della tecnologia, e nel secondo per inserire un robusto pacchetto di scienze sociali e metodologia della ricerca, che prende anche lo spazio riservato nel piano di studi ordinario alle scienze umane (nel triennio) e alla musica (nel biennio iniziale).

Si recuperano in questo modo, anche se un po’ ridimensionate (ci sono meno ore e materie), due delle più importanti e diffuse sperimentazioni realizzate nella scuola italiana negli ultimi lustri: l’indirizzo scientifico-tecnologico dei programmi Brocca, e il liceo sociale, o economico-sociale. In un certo senso, inoltre, vengono ripristinati gli otto licei previsti dalla legge n. 53/2003, perché vengono recuperati il tecnologico e l’economico, con la fondamentale differenza, però, che essi non si articolano in indirizzi. 

Se la Moratti avesse accolto il suggerimento, che alcuni le avevano avanzato, di fare un solo percorso di liceo tecnologico e uno di liceo economico avrebbe affrontato in modo diverso – e secondo noi con maggiore successo – la questione del cosiddetto “secondo canale”, senza dover ricorrere all’ossimoro curricolare dei “licei vocazionali” e stabilendo con le Regioni un accordo strategico per la gestione concertata dell’intera area dell’istruzione e formazione tecnico-professionale. Che è il tipo di soluzione verso la quale ci sembra si stia orientando l’attuale ministro.