Il maestro unico e le critiche che non ti aspetti

Tra le critiche al maestro unico, ce n’è una che probabilmente il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini non si aspettava. Quella dell’Agenzia SIR (Servizio di Informazione Religiosa), l’agenzia di stampa dei vescovi. Che però ha anche raccolto successivamente pareri di associazioni cattoliche favorevoli al progetto. Ma andiamo con ordine.

Alberto Campoleoni, esperto in problemi scolastici e pedagogici, spiega che il metodo adottato dall’inquilino di viale Trastevere sul maestro unico “lascia perplessi”. E che la norma è entrata nel decreto “a sorpresa” e senza il dibattito che era stato richiesto.

Campoleoni commenta che sull’istruzione “c’è infatti bisogno di ritrovare intese e patti ampi, linee condivise, per valorizzare un bene prezioso e di tutti, indispensabile per il Paese. A maggior ragione quando si affronta un nodo decisivo, come quello del maestro unico contrapposto al team, oggetto di discussione e di scelte pedagogiche non improvvisate, che si rincorrono da anni”.

Campoleoni, pur cautamente, pare preferire l’insegnamento modulare nella primaria: “Sembra di poter dire che negli anni passati si è affermata maggiormente l’idea per cui in un contesto di molteplicità di saperi, di specializzazioni crescenti, la pluralità di maestre e il lavoro d’équipe possono garantire maggiormente la soddisfazione delle esigenze di apprendimento dei bambini. Di fatto la scuola italiana ha puntato in questa direzione e proprio al livello elementare ha raccolto consensi e ottimi risultati. E allora perché cambiare? E perché, poi, con i modi detti?”

Il pedagogista conclude il proprio intervento alla SIR, augurandosi che il dibattito sul maestro unico possa andare avanti nelle sedi opportune e ascoltando tutte le componenti scolastiche.

L’agenzia di stampa vicina alla Cei ha raccolto anche dichiarazioni favorevoli al maestro unico, tra le quali quella di Giuseppe Bertagna (“un’occasione nella direzione del miglioramento“), di Vincenzo Silvano, presidente Foe (“crediamo al maestro unico, cioè a una figura di riferimento unitaria“) e della presidente dell’Agesc Maria Grazia Colombo (“c’è necessità di una figura prevalente“).
Per il presidente della Fidae Don Macrì “il vero problema non è il numero degli insegnanti, ma la qualità della sua figura“.

La Gelmini ieri a “Radio anch’io” ha risposto a questa sollecitazione, accogliendo gli inviti a dibattere la questione, e ricordando che i tempi di discussione ci sono, visto che il maestro unico sarà introdotto solo a partire dal settembre 2009. Ma basterà questa presa di posizione per fermare il “fuoco amico”, che ha visto anche gli studenti dell’Azione Cattolica, pur nel generale apprezzamento per “l’impegno del ministro a porre i temi dell’istruzione all’attenzione del Governo e quindi del Paese”, “rammaricarsi” per la scelta dello strumento del Decreto Legge?