Il docente è mobile, però…

Sbaglia chi parla, sulla base di un radicato quanto errato luogo comune, di “intensi flussi di ‘ritorno’ da Nord a Sud degli insegnanti meridionali“. Anzi, il 95% dei movimenti avviene all’interno della stessa Regione, mentre nell’anno scolastico appena iniziato “su 72.000 trasferimenti di insegnanti di ruolo, meno di 700 (dunque, meno dell’1% del totale) sono stati coloro che si sono mossi da una regione del Nord per andare in una del Sud“.

Questa considerazione compare nella ricerca sulla mobilità degli insegnanti realizzata dalla Fondazione Agnelli, i cui risultati sono stati resi noti sabato 10 ottobre.

L’insegnante è mobile “qual piuma al vento”, dunque, ma si muove in uno spazio limitato. Lo studio conferma e approfondisce dati e tendenze messi in luce da tempo da Tuttoscuola, e in particolare l’ampiezza del fenomeno, che riguarda sia gli insegnanti di ruolo (alla ricerca di sistemazioni migliori, ma a volte in esubero), sia quelli a tempo determinato, costretti loro malgrado alla mobilità dai meccanismi delle graduatorie: su 852.000 insegnanti in servizio nell’anno scolastico 2008-09, 209.000 hanno cambiato sede rispetto all’anno precedente, con un tasso di mobilità del 25%.

Quello della mobilità dei docenti è un importante indicatore di qualità, che Tuttoscuola ha utilizzato nel suo 1° Rapporto sulla qualità nella scuola italiana (giugno 2007), e che assieme ad altri – sempre riguardanti la condizione dei docenti – fa parte del set di 96 indicatori che costituiscono la base statistica del 2° Rapporto, in corso di elaborazione.