Il decreto legge sull’avvio dell’anno scolastico dovrà aspettare

Il ministro Fioroni aveva fatto il possibile perché diversi piccoli ma importanti interventi legislativi fossero pronti per questo secondo anno scolastico del suo mandato.
Per alcuni mesi, prima dell’estate, si era sviluppato attorno ad uno stralcio del Bersani-ter un dibattito con emendamenti che erano arrivati ad un punto avanzato in Parlamento facendo sperare in una veloce conversione in legge. Ma i tempi si sono allungati e Fioroni ha deciso di accelerare il percorso portando il testo del disegno di legge davanti al Consiglio dei Ministri di giovedì scorso per tradurre il tutto in decreto legge.
Con quale esito? Niente da fare: l’approvazione è stata rinviata, lasciando aperti interrogativi sulle cause del rinvio: ragioni tecniche o contrasti politici?
C’è chi ha parlato di resistenze di alcuni ministri su una parte della proposta di decreto che riguarderebbe un intervento a favore delle scuole private; c’è chi ha ipotizzato riserve invece sulle ragioni di urgenza e straordinarietà dell’intervento che non giustificherebbero questa accelerazione di un iter legislativo in atto e con prospettive di approvazione entro poco tempo.
Giovedì prossimo, 6 settembre, in occasione della nuova riunione del Consiglio dei Ministri, gli interrogativi saranno sciolti, in un modo o nell’altro, e, se sarà un’approvazione, il ministro Fioroni farà in tempo a festeggiare l’inizio del nuovo anno scolastico.
Ma sarà l’ennesima conferma che per interventi legislativi sul settore scuola senza un preventivo accordo con l’opposizione, la maggioranza ha due vie: il decreto-legge o la legge finanziaria, dove, quasi sempre, l’approvazione è legata al voto di fiducia.