Il "costo invisibile" della campagna mediatica sulla riforma

Quanto è “costato” e chi ha “pagato“? Questi interrogativi non sono rivolti ai costi economici della campagna mediatica a sostegno della riforma, che pure sono tanti. Ci sono i costi di tempo e di lavoro che si stanno “scaricando” o si scaricheranno sulle scuole per questo ritardo di emanazione delle disposizioni sulle iscrizioni scolastiche e sull’attuazione della riforma.
Dirigenti, docenti, segreterie amministrative delle scuole, uffici scolastici regionali e Csa sono infatti impegnati in un supplemento di informazioni per far capire ai genitori quello che c’è, quello che non ci sarà, quello che forse verrà nella scuola dei loro figli il prossimo anno scolastico.
Probabilmente ciò che sta avvenendo in questo periodo in attesa delle indicazioni per le iscrizioni dovrà essere replicato quando il decreto attuativo andrà in porto e scuola e famiglia, cioè domanda ed offerta, si dovranno incontrare per creare nella scuola primaria le condizioni per organizzare “… tenendo conto delle preventive richieste delle famiglie, attività e insegnamenti… per ulteriori 99 ore annue (198 ore per la scuola media), la cui scelta è facoltativa e opzionale per gli allievi. Le predette attività sono formulate all’atto delle iscrizioni…“.
L’effetto che la campagna mediatica della riforma ha prodotto fa sì che si riconosca al Ministero il ruolo di comunicatore e l’immagine di innovatore delle regole dall’alto, alla scuola la fatica di dover far i conti con una situazione reale che non ha ancora i contenuti del messaggio veicolato.