Il collaboratore vicario, un professionista

In un momento storico caratterizzato da profondi mutamenti strutturali e normativi dell’amministrazione pubblica in generale e di quella scolastica in particolare, lo sviluppo del processo dell’autonomia, la ricca e diversificata capacità organizzativa – progettuale delle scuole e l’articolazione sempre più complessa dei vari Istituti hanno richiesto e visto svilupparsi, accanto al Dirigente scolastico, la figura del Vicario, al quale sono stati attribuiti compiti sempre maggiori e di più grande responsabilità, sia in presenza che in sostituzione del Capo d’Istituto, senza peraltro alcun riconoscimento giuridico ed economico.

La mancata definizione del ruolo del collaboratore vicario è in contrasto con il quadro legislativo ed il contesto di riferimento di cui all’art.21 della L.15 marzo 1997 n.59, che prevedeva il conferimento della qualifica dirigenziale e l’acquisto della personalità giuridica e dell’autonomia delle scuole contestualmente all’individuazione di nuove figure professionali del personale docente. Anche l’attuale Riforma della scuola italiana, ribadisce, in coerenza con il predetto quadro normativo, la necessità dell’istituzione di figure di sistema e tra queste quella di gestione, organizzazione e coordinamento didattico.
Occorre, tuttavia, porsi alcuni interrogativi, ai quali necessariamente dare delle immediate e chiare risposte :
– Quali funzioni ?
– Quali doveri e responsabilità ?
– Quali criteri e modalità di scelta individuare per il collaboratore vicario?

Il legislatore ha dato una risposta solo ad una delle domande. Infatti, attualmente, le funzioni e i doveri del collaboratore vicario non sono indicati se non sommariamente. A tutti è nota la anomalia che scaturisce dall’affidamento di funzioni vicarie di tipo dirigenziale ad un soggetto (docente) che istituzionalmente e giuridicamente non ha in sé attribuzioni tali da conferirgli in “re” una equiparazione nelle funzioni al soggetto di cui dovrebbe fare le veci ( il dirigente ).
Paradossalmente, non sarebbe scorretto, dunque affermare che attenendosi all’ordinamento vigente, le funzioni dirigenziali e le attribuzioni ad essa correlate e connesse non costituiscono materia di dovere o di obbligo per il vicario, e come tali, pertanto, non potrebbero neppure essere richieste o pretese da alcuno. Si potrebbero, ragionando sempre in questi termini, verificare situazioni nella quali il Dirigente Scolastico si verrebbe a trovare senza collaboratori e senza nessuno a cui attribuire le funzioni vicarie, situazione difficilissima, ma ipotizzabile.

Quindi, è quanto mai opportuno ed urgente che il legislatore intervenga in questa situazione, sollevando una intera categoria professionale dalla quotidiana incertezza nella quale versa attualmente, che deprime l’entusiasmo, squalifica la professionalità e a lungo andare corrode la fiducia stessa nelle istituzioni.
Infatti, la scuola dell’autonomia, ha la necessità di prevedere un’articolazione di professionalità organizzate e strutturate, inserite stabilmente nel sistema, tra cui il vicario è senza dubbio la più articolata e complessa, non solo con riguardo ai compiti ed alle funzioni da attribuire, che in coerenza con la riforma della scuola italiana, dovrebbero essere principalmente di natura organizzativa, gestionale e di coordinamento didattico, competenze che, non sempre, sono riconoscibili e riconducibili alla maggior parte dei docenti, ma, anche e soprattutto, allo stato attuale, di difficile riconoscimento giuridico.

L’attuale contratto del personale docente della scuola, sembra ignorare del tutto tale figura, assimilandola al massimo, per la parte economica, alle cosiddette FUNZIONI OBIETTIVO, che hanno scopi e svolgono attività diverse da quelle del Vicario, creando addirittura un problema di contrasto giuridico tra le predette Funzioni Obiettivo, il cui incarico viene affidato dal Collegio dei Docenti, e quella del Collaboratore Vicario che, al contrario, è nominata dal Dirigente in virtù di una sua scelta personale e fiduciaria . Nessun accenno, inoltre, a tale figura, è previsto nel contratto della Dirigenza scolastica.

E’, pertanto, auspicabile,che in un futuro immediato venga presa in seria considerazione l’istituzione della figura del VICARIO o VICE-DIRIGENTE con un profilo professionale proprio corrispondente ad STATUS giuridico nonché delle funzioni e dei compiti ben definiti, l’esonero dall’insegnamento, un orario di servizio consono ai compiti da svolgere. L’istituzione di tale figura, oltre che funzionale all’articolazione della nuova scuola dell’autonomia, inserita nel più ampio contesto di un rinnovamento di tutta la Pubblica Amministrazione, sarebbe un riconoscimento dell’ingente e silenzioso lavoro che molti docenti vicari da anni, “volontariamente”, hanno svolto sostenendo e favorendo la necessità e la correttezza dei processi di rinnovamento in corso.
Inoltre, un altro problema fortemente collegato a quello dei collaboratori vicari, è certamente il reclutamento dei nuovi dirigenti delle scuole che è divenuto ormai urgente, visto le sempre più numerose presidenze attribuite agli incaricati; le modalità attuative degli attuali concorsi meritano un’attenzione particolare ed un serio e concreto ripensamento, in quanto coloro i quali saranno preposti allo svolgimento di funzioni dirigenziali devono necessariamente essere persone preparate con idonee competenze e adeguate capacità comunicative e relazionali, organizzative e gestionali, in modo da poter agire efficacemente nel contesto di una scuola rinnovata e riformata.

Partendo da tali premesse e considerazioni il 27 maggio del 2002 a Roma si è costituita l'”Associazione Nazionale Collaboratori Vicari” dei Dirigenti scolastici, ovvero sotto la sigla ” A.N.VI.” . L’A.N.VI. è la trasformazione in soggetto giuridico del COORDINAMENTO NAZIONALE VICARI, organismo nato spontaneamente da un gruppo di collaboratori vicari della Toscana e del Lazio, ma rapidamente estesosi a tutto il territorio nazionale. Alla associazione possono aderire, in qualità di soci, tutti i collaboratori vicari, siano essi in servizio che in quiescenza, nonché gli attuali Presidi incaricati ed i docenti che in precedenza abbiano ricoperto il ruolo di vicari. Le finalità e gli obiettivi che l’A.n.vi., quale organismo professionale e sindacale, indipendente e senza alcun carattere politico, si prefigge sono molteplici:
– La rappresentanza, la tutela degli interessi e il prestigio dei collaboratori vicari migliorandone la professionalità e la funzionalità del servizio;
– La promozione dell’istituzione di un ruolo professionale dei collaboratori vicari individuandone compiti gestionali e organizzativi propri;
– la promozione, la progettazione ed l’organizzazione della formazione dei collaboratori vicari.

A tale proposito, riconoscendosi tra le alte professionalità docenti della scuola, anzi la prima e quella di più facile realizzazione poiché di fatto già esistente e ben delineata, di recente l’ANVI ha siglato un protocollo d’intesa con l’Anp con l’obiettivo di collaborare alla realizzazione di un nuovo modello di scuola che promuova e garantisca, oltre la qualità. le diverse responsabilità e specificità della professione docente.
Per una migliore riuscita di questa operazione, da parte dell’amministrazione scolastica, è necessario che si pongano in essere adeguate iniziative di formazione dei collaboratori vicari del dirigente scolastico su tematiche specifiche rivolte all’acquisizione di competenze di tipo gestionale, organizzativo, amministrativo e relazionale – comunicativo, di coordinamento didattico, nella convinzione che l’esperienza acquisita sul campo sia certo molto importante, ma non sufficiente per affrontare le trasformazioni che sono avvenute e avverranno nella scuola, in quanto è determinante costruirsi una professionalità attraverso una formazione specifica, affinché la individuazione del vicario basandosi su premesse culturali, esperenziali e professionali, dovrà necessariamente essere il riconoscimento di competenze tecniche acquisite. Anzi nel futuro, che si spera prossimo, l’accesso alla dirigenza scolastica, superate le vecchie modalità di reclutamento concorsuali, avvenga attraverso la vicedirigenza alla quale si dovrebbe accedere con il superamento di un corso-concorso per titoli ed esami nel quale vengano privilegiati alcuni elementi quali :
§ INDIVIDUAZIONE DELLE CAPACITA’ ORGANIZZATIVE, GESTIONALI, RELAZIONALI, COMUNICATIVE, MANAGERIALI
§ ESPERIENZA MATURATA NEL SETTORE
§ FORMAZIONE SPECIFICA ( CORSI DI PERFEZIONAMENTO E MASTER UNIVERSITARI ECC.)
La permanenza nel ruolo di vicedirigente per un periodo di tre-cinque anni per poi su libera scelta poter proseguire la carriera divenendo dirigente a tutti gli effetti . Tale periodo di permanenza nel ruolo di vicedirigente costituirebbe, un periodo di tirocinio sufficiente e necessario per lo svolgimento delle successive ed autonome funzioni dirigenziali.

Prof. Avv. Flavia De Vincenzi
Presidente Nazionale A.N.VI.

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