Idea del Governo: l’obbligo scolastico torni a 14 anni

Un emendamento al decreto 112 relativo alla manovra economica del Governo, in discussione in queste ore alla Camera, cancella l’innalzamento dell’obbligo scolastico a 16 anni di età, introdotto dal Governo Prodi nella scorsa Finanziaria..

La motivazione del governo è che l’obbligo scolastico si assolve nel sistema regionale della formazione professionale e nei percorsi triennali istituiti dal ministro Moratti, che cesserebbero di essere sperimentali e diventerebbero definitivi.

Il comunicato stampa della CGIL Scuola è durissimo su questa ipotesi: “Così si riporta l’orologio della storia agli anni 50, alle scelte precoci compiute a 14 anni di età, si torna a separare sulla base del reddito, per chi ha mezzi e opportunità sociali la scuola vera, per chi parte da qualche svantaggio sociale, il canale di serie C”.

Il sindacato di via Leopoldo Serra insiste sulla natura reazionaria e classista del provvedimento: si crea “per i meno fortunati un canale parallelo discriminatorio, si regionalizza e si privatizza un pezzo di formazione”.

Questo “secco ritorno all’indietro rispetto ai processi avviati di recente nella scuola” si inserisce in un generale processo di smantellamento della scuola pubblica e di discredito dei docenti, caratterizzato da “tagli indiscriminati, revisione totale di ordinamenti, organizzazione e didattica” e “continui stop and go ai processi di riforma”.