I punti di divergenza per la carriera degli insegnanti

Il confronto sulla carriera dei docenti per il momento ha messo sul tavolo più problemi che proposte. Ma cosa non condividono i sindacati delle proposte parlamentari? Innanzitutto l’idea di ruoli differenziati, di “gerarchizzazioni”. In effetti, entrambe le proposte di legge in discussione alla Camera (la n. 4091 e la n. 4095) prevedono una “articolazione della funzione docente in specifiche funzioni di docente tirocinante, docente ordinario e docente esperto…“.
Una articolazione della funzione docente (che il sindacato chiama gerarchizzazione), simile a quella presente in diversi sistemi scolastici europei e sostenuta dall’Unesco che nelle sue raccomandazioni per lo status dell’insegnante afferma che “le differenze di trattamento dovrebbero essere fondate su criteri oggettivi, quali le qualifiche, l’anzianità o il grado di responsabilità” (p. 119).
I sindacati ribadiscono invece la centralità della funzione d’aula che, tradotto in termini semplici, significa valutare in primo luogo il lavoro che l’insegnante svolge con gli alunni, poi quello svolto per formazione, aggiornamento ed altro fuori dall’aula.
Facile da dire, ma come si misura questo lavoro, con un intervento valutativo da parte di chi? Del dirigente scolastico, proprio come avviene nella maggior parte dei paesi europei o di un’autorità autonoma? Con quale modalità di governo del personale della scuola?
Altra questione quella dei soldi. I sindacati lamentano la mancanza di risorse finanziarie che sicuramente per il 2004 non ci sono, perché i fondi stanziati in Finanziaria per la scuola per il momento non riguardano ancora uno dei punti centrali della riforma – la valorizzazione professionale del personale docente – da sostenere con il piano programmatico finanziario (art. 1, comma 3 lett.e). Non si vorranno mica fare le nozze con i fichi secchi?