I ‘finiani’ si smarcano anche sulla scuola

Perché non ascoltarli?” Sabato 9 ottobre il Secolo d’Italia, quotidiano diretto dalla parlamentare finiana Flavia Perina, è uscito con questo titolo a caratteri cubitali in prima pagina. 

La domanda si riferisce ai partecipanti alla manifestazione romana del giorno precedente “contro la riforma Gelmini e i tagli alla scuola”: studenti, precari,  ricercatori,  genitori. La stessa domanda se l’è posta anche Gianfranco Fini, in un colloquio con il presidente siciliano Raffaele Lombardo. Il presidente della Camera, secondo quanto riferisce il quotidiano, “ha parlato anche della necessità di inserire nella prossima finanziaria norme per investire nella scuola e per ridurre – ha spiegato Lombardo in una conferenza stampa in cui c’era anche Fini – i disagi provocati dai tagli che hanno messo in mezzo alla strada migliaia di persone”.

Una linea visibilmente diversa da quella sostenuta in questa legislatura dal ticket Gelmini-Tremonti, che hanno sempre sostenuto la priorità della razionalizzazione della spesa, cioè dei tagli, anche ai fini del miglioramento della qualità del sistema educativo. Anche se il ministro dell’economia forse qualche ripensamento (per ora solo a parole) lo sta avendo, a sentire le dichiarazioni che – sorprendendo non poco gli osservatori – ha rilasciato in settimana: “Dobbiamo investire più che possiamo sulla scuola. Stiamo studiando un sistema per ricostruire il sistema dell’istruzione, gli edifici, le borse di studio. Tanto per gli scolari, quanto per gli insegnanti”. Tremonti forse intendeva far riferimento al progetto del governo  di affidare ad una società per azioni la formazione in servizio degli insegnanti e la gestione degli edifici scolastici per assicurare una più efficiente gestione dei “flussi di spesa”.  

Tornando a “Futuro e libertà”, anche il senatore Giuseppe Valditara, finiano doc, già responsabile scuola e università in AN, invita a “non sottovalutare il problema delle risorse e degli investimenti nel settore della ricerca e dell’istruzione, ferma restando la bontà della riforma universitaria che sta per essere approvata in Parlamento”. Poi specifica che “se i tagli al settore previsti per il 2011 non saranno sostanzialmente eliminati sarà messo a rischio l’ordinato funzionamento dell’università italiana, quindi la competitività del Paese”.

Per quanto riguarda la scuola il segnale inviato da Valditara è altrettanto chiaro: “occorre capire quanti precari e in quanto tempo potranno essere assunti nei ruoli della scuola italiana, in modo da dare qualche certezza in più ai tanti lavoratori che vivono nell’incertezza del proprio futuro”. Insomma, non è soltanto sui temi della giustizia o dell’immigrazione che ‘Futuro e Libertà’ (Fli) intende esercitare il suo ruolo di ‘terza gamba’ della maggioranza di governo.