I dati del tempo pieno che non piacciono

Tuttoscuola ha pubblicato la settimana scorsa la situazione del tempo pieno nella scuola primaria, elaborando i dati del Miur (http://www.tuttoscuola.com/cgi-local/disp.cgi?ID=375365 ). I numeri mettono in evidenza, anno dopo anno, l’aumento del numero di famiglie che si avvalgono di questo modello di organizzazione del tempo scuola. E, come risposta dell’Amministrazione scolastica, continua ad aumentare anche il numero di classi organizzate a tempo pieno.

Nell’anno in corso si avvale del tempo pieno il 34,4% (http://www.tuttoscuola.com/cgi-local/disp.cgi?ID=37536 ) degli alunni (nel 2001-02 era il 23,6% con un  aumento medio di circa tre quarti di punto in percentuale all’anno, cioè circa 15 mila alunni in più ogni anno hanno scelto il tempo pieno). Quest’anno funziona a tempo pieno il 32,2% delle classi (era il 22,2%). Il fatto che sia più elevata la percentuale degli alunni rispetto a quella delle classi dimostra che la domanda prevale sull’offerta: i genitori scelgono, la scuola si organizza rincorrendo.

Non si è trattato di una stima o di una indagine campione, bensì di una rilevazione sui dati ministeriali, certi, oggettivi, verificabili.

Ebbene, cosa è successo?

Un commentatore, di nome Sergio Bianchini, che da una ricerca su internet risulta essere un preside in pensione, speaker di radio Padania Libera e presidente dell’associazione “per una scuola nostra: regionale e federale” – che evidentemente è contrario al modello di tempo pieno (ma è un suo problema) – ha trovato ospitalità in IlSussidiario.net dove, riferendosi al servizio di Tuttoscuola,  ha parlato di “tamburi tempopienisti che riprendono a rullare”, di “statistica che ispira il fatalismo storico”.

Libero di esprimere le sue opinioni sul tempo pieno, ma non di mistificare il servizio di Tuttoscuola. La nostra rilevazione non ha voluto sostenere una tesi pro o contro il tempo pieno, né ha voluto sottintendere che l’aumento della domanda equivalga ad una valutazione di merito di questo modello organizzativo.

Come tutti i lettori hanno potuto notare, abbiamo soltanto fotografato una realtà e una tendenza sociale incontrovertibili.

Si badi bene che l’incremento viene da lontano e ha attraversato Governi di destra e di sinistra che hanno, tutti, risposto alla domanda delle famiglie con l’istituzione di nuove classi a tempo pieno. Questi sono i fatti, che ci siamo limitati a registrare, piaccia o non piaccia il tempo pieno.